Foto Profilo Ruggero Vasari
Protagonista della stagione futurista messinese di inizio secolo, di cui fu uno dei fondatori, attraversò l’avanguardia fondata da Marinetti apportando all’ideologia del movimento la propria originale cifra stilistica, antiretorica e programmaticamente già “oltre il futurismo”, come dichiarato in una lettera al conterraneo Guglielmo Jannelli del 1931. Sopravvissuto al terremoto del 1908, voleva inizialmente laurearsi in Giurisprudenza con una tesi sulla “Personalità della prostituta”, ma la commissione dell’Università di Torino respinse la sua proposta. Si laureò invece a Roma, con una tesi sui “Recidivi e l’idoneità della pena”, ma dedicò tutta la vita all’arte e alla diffusione delle opere futuriste in Europa. Fu particolarmente attivo a Berlino negli anni Venti, partecipando alla vita culturale della capitale espressionista; coordinò “Die Grosse Futurische Kunstausstellung” (“La grande mostra d’arte futurista”) nel 1922 e animò una galleria che ospitò, tra gli altri, Boccioni, Depero, Prampolini. Fondò e diresse il periodico «Der Futurismus». Viaggiando per l’Europa, organizzò nuove esposizioni d’arte italiana a Vienna (1935) e fondò un’agenzia di informazione per la stampa. Tornò in Italia alla fine degli anni Quaranta e rimase volontariamente dietro le quinte, ritirandosi dalle scene; morì a Messina nel 1968, dopo aver collaborato con generosità ai primi tentativi di storicizzazione del futurismo italiano. Tra le sue opere principali, oltre ad una raccolta poetica (Venere sul Capricorno), ci sono le sintesi futuriste L'Angoscia delle macchine, La mascherata degli Impotenti, Tre Razzi Rossi.