Foto Gino Peressutti
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Gino Peressutti nasce a Gemona nel 1883. Ancora ventenne si sposta a Padova per seguire il progetto del Pensionato Universitario Francesco Petrarca, un edificio destinato ad ospitare il pensionato universitario e l’Ordine dei Gesuiti di Padova. Il progetto ha grande successo gli frutta il conferimento del titolo di “Architetto ad honorem” presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Negli anni della sua formazione è in contatto con l’esperienza Liberty della vicina Austria e, tra i primi ne ripropone le forme sinuose nella città di Padova. Tra i suoi primi progetti figura il palazzo della Marina, unico progetto realizzato nella nativa Gemona. Nel 1922 redige il Piano Regolatore per l’ampliamento della città di Padova in collaborazione con Tullio Paoletti. Peressutti è maggiormente conosciuto per il suo intervento a Cinecittà, svolto tra il 1935 e il 1937, che segna la nascita del cinema come oggi è inteso. L’intervento, fortemente voluto dal Duce, ha una fase di studio preliminare nella quale vaglia le differenti possibilità progettuali. Gli studi di Cinecittà prevedono una sorta di città autonoma con padiglioni destinati a ospitare una piccola città con strade, piazze, edifici, spazi di relazione, similari a quelli rinvenibili nella città reale, ma condizionati da una necessità di flessibilità degli spazi la cui destinazione d’uso ne ha intriso prepotentemente l’idea progettuale originaria. A quest’opera razionalista fa eco a Messina una produzione architettonica che si adatta alle esigenze di una città distrutta che deve essere ricostruita e dotata dei suoi punti cardine costituiti dall’architettura degli edifici pubblici. Peressutti progetta qui la sede dell’INPS che trova posto nell’isolato 318 del PR di Messina e che, rispetto a una prima definizione della sagoma dell’isolato disegnata all’indomani del terremoto, viene resa trapezoidale in modo da consentire la visione delle absidi del Duomo dall’ingresso del Municipio. In questo caso adotta un linguaggio che si pone a metà strada tra il liberty siciliano, elaborato a seguito della lezione del Basile, e l’architettura eclettica che poteva, in misura ancora maggiore, costituire la naturale evoluzione dell’architettura neoclassica ottocentesca. Nel 1922, realizza, nel primo comparto dell’isolato 339 del PR di Messina, un edificio a destinazione d’uso commerciale al piano botteghe e residenziale nei due piani superiori. Il linguaggio utilizzato nell’edificio attraverso l’impiego di stucchi cementizi neobarocchi, si confronta a nord con la piazza del Teatro Vittorio Emanuele. Muore a Padova nel 1940 all’età di cinquantasette anni.