Ponendo l’accento sulla valenza fondamentale della memoria storica internazionale, in tempi difficili, questa narraillustrazione risulta impregnata dell’impegno civile che da anni ormai contraddistingue le scelte tematico-contenutistiche delle opere dei due autori siciliani.
Mirabile esempio di sintesi tra fumetto e racconto storico, sapientemente tessuto ed intrecciato al pari di altre graphic novel, la composizione dell’opera comporta dei tagli contenutistici indispensabili dettati dalla necessità di compendiare i numerosissimi episodi che si snodano in oltre 500 pagine di diario personale. Tale esigenza, consente comunque di ricostruire ed enfatizzare i passaggi salienti raccontando con puntualità l’eroica epopea del protagonista. Sulla scia della medesima necessità, si collocano: l’adattamento di alcune ambientazioni e il ricorso alla “fiction”. Quest’ultima concentra le peculiarità di più personaggi in poche figure capaci di condensare vari aspetti che si avvicendano intorno al protagonista lungo tutta la storia, senza tuttavia danneggiare la veridicità dei fatti.
In questo misto di finzione ed autobiografia, la summa della vasta gamma di emozioni umane, delle quali è pieno il racconto, risulta ben soddisfatta. Il materiale di fittissima documentazione storica si rivela sterminato, sia per quanto concerne le fonti scritte, sia per l’enorme foto-galleria di immagini, indispensabile al fine di rendere perfettamente congrui alcuni dettagli, come ad esempio: armi, divise, location, tratti somatici delle popolazioni rappresentate. La verosimiglianza di questi insiemi è stata bilanciata dalla lettura Bonaccorsiana, in bilico tra taglio anatomico realistico e tratto cartoonesco (percepibile nella caratterizzazione dei volti e delle silhouettes) con l’intenzione di esasperare ed esaltare la contraddizione apparente rispetto la drammaticità delle situazioni. Per tali ragioni, anche i disegni architettonici e paesaggistici sono il risultato di un attento studio trasposto con strascichi grotteschi che, al fine di abbrutire e ingrigire le scene, restituiscono il senso della devastazione della guerra.
La colorazione, opera dei puntuali Naccari, Arena, Rincione supervisionati dallo stesso Bonaccorso e dal suo assistente Massimiliano Failla, permea ogni tavola col giusto climax, con giochi di luci ed ombre che si alternano dentro e fuori le linee tracciate dal disegnatore, evocando l’atmosfera tensiva della clandestinità e del terrore diffuso.
Sull’incredibile tragedia che ha segnato l’umanità durante la Seconda Guerra mondiale sono state scritte tantissime pagine. La storia ci ha consegnato indelebili testimonianze dal tratto poetico passando da Primo Levi fino a giungere ai diari segreti di Anna Frank.
Analogamente, la raccolta delle dichiarazioni del partigiano Jan Karski, al secolo Jan Kozielewski, ha fornito la scintilla per raccontare anche in un romanzo a fumetti questa tragica storia. La mia testimonianza davanti al mondo. Storia di uno stato segreto (edito da Adelphi) viene dato alle stampe dal partigiano nel 1944, rimanendo nell’ombra per svariati anni prima di raggiungere il grande pubblico. In questo volume vengono raccontate le incredibili vicissitudini del sottoufficiale polacco che, impiegato presso il Ministero degli Esteri del suo Paese, si ritrova a combattere prima contro i nazisti in qualità di membro dell’esercito e poi da componente della Resistenza. Purtroppo, le svariate missioni di spionaggio lo inducono a diventare triste ed inascoltato spettatore degli orrori perpetrati dal regime hitleriano. Nonostante le enormi fatiche, le titaniche imprese, i gesti eroici (salva più di una vita), Karski, oltre ad essere protagonista di rocamboleschi episodi al limite di una spystory, si ritroverà a vivere ed affrontare la dolorosa spartizione della Polonia tra tedeschi e sovietici a causa dello scellerato patto Molotov-Ribbentrop, assistendo alla contemporanea devastazione dello spirito nazionale polacco.
Gli abomini visti con i suoi occhi nei campi di sterminio di Auschwitz (da cui fugge più volte) rimangono inascoltati dal Presidente Churchill e dal Ministro britannico Eden, i quali dichiarano di “non poter credere a simili atrocità”. Indirizzando volutamente le forze alleate verso la soppressione della potenza politico-militare tedesca, la considerazione della questione ebraica viene posticipata al termine del conflitto condannando la presa di coscienza di questa tragedia ad un ritardo incolmabile.
Travalicando le frontiere spaziali e temporali, questa storia giunge a noi anche tramite questo appassionato racconto. Ponendo l’accento sulla valenza fondamentale della memoria storica internazionale, in tempi difficili, questa narraillustrazione risulta impregnata dell’impegno civile che da anni ormai contraddistingue le scelte tematico-contenutistiche delle opere dei due autori siciliani.
Mirabile esempio di sintesi tra fumetto e racconto storico, sapientemente tessuto ed intrecciato al pari di altre graphic novel, la composizione dell’opera comporta dei tagli contenutistici indispensabili dettati dalla necessità di compendiare i numerosissimi episodi che si snodano in oltre 500 pagine di diario personale. Tale esigenza consente comunque di ricostruire ed enfatizzare i passaggi salienti raccontando con puntualità l’eroica epopea del protagonista. Sulla scia della medesima necessità, si collocano l’adattamento di alcune ambientazioni e il ricorso alla “fiction”: quest’ultima concentra le peculiarità di più personaggi in poche figure capaci di condensare vari aspetti che si avvicendano intorno al protagonista lungo tutta la storia, senza tuttavia danneggiare la veridicità dei fatti. In questo mix di finzione ed autobiografia, la summa della vasta gamma di emozioni umane, delle quali è pieno il racconto, risulta ben soddisfatta. Il materiale di fittissima documentazione storica si rivela sterminato, sia per quanto concerne le fonti scritte, sia per l’enorme foto-galleria di immagini, indispensabile al fine di rendere perfettamente congrui alcuni dettagli, come ad esempio: armi, divise, location, tratti somatici delle popolazioni rappresentate. La verosimiglianza di questi insiemi è stata bilanciata dalla lettura Bonaccorsiana, in bilico tra taglio anatomico realistico e tratto cartoonesco (percepibile nella caratterizzazione dei volti e delle silhouettes) con l’intenzione di esasperare ed esaltare la contraddizione apparente rispetto la drammaticità delle situazioni. Per tali ragioni, anche i disegni architettonici e paesaggistici sono il risultato di un attento studio trasposto con strascichi grotteschi che, al fine di abbrutire e ingrigire le scene, restituiscono il senso della devastazione della guerra.
La colorazione, opera dei puntuali Naccari, Arena, Rincione supervisionati dallo stesso Bonaccorso e dal suo assistente Massimiliano Failla, permea ogni tavola col giusto climax, con giochi di luci ed ombre che si alternano dentro e fuori le linee tracciate dal disegnatore, evocando l’atmosfera tensiva della clandestinità e del terrore diffuso. Il linguaggio visivo filmico ed accattivante e i particolari indovinati e mai stucchevoli accompagnano i disegni che per raccontare questa vicenda non cedono il passo alla scelta semplicistica del B/N. Le sfumature, ben bilanciate da effetti speciali digitali puntuali, amplificano la verosimiglianza del tratto potenziandone la pertinenza con le circostanze esterne e i moods interiori. Donandosi alle riflessioni che il lettore si concede tra le righe, le variegate sfaccettature psicologiche dei personaggi che si alternano nelle vignette sono palpabili in ciascuna pagina. Le linee trasmettono la sofferenza dei campi racchiudendo nei personaggi, premuti e cangiati, la complessità di un impianto narrativo di altissimo livello tecnico che annovera quasi tutti gli stilemi del fumetto. Soluzioni come il rallenty muto - carico di forza espressiva - e la splashpage drammatica - posta al termine dei capitoli, alzano l’aspettativa tenendo agganciato il lettore.
La cifra stilistica di questa significativa produzione, frutto di due anni di lavoro complessivo, testimonia la valenza del sodalizio artistico tra i due autori che ci consegnano con la loro interpretazione un’opera oggetto di grande interesse in Italia e all’estero.