Confermando la predilezione per l’espressività artistica primariamente rivolta all’arte visiva, l’autrice realizza questa creazione ricorrendo all’impiego di una tecnica mista, a metà tra la scultura e il disegno. L’interesse iconico in generale, sia esso religioso – l’autrice si appassiona grandemente ad immagini di santi, ex voto e simili - sia di carattere sociologico – rispetto alle più celebri donne della storia – appare quale principio peculiare di quello che potrebbe essere definito un “bipolarismo artistico” che traduce in chiave ironica simboli ritenuti serissimi ed incontrovertibili.
Confermando la preferenza per l’espressività artistica primariamente rivolta all’arte visiva, l’autrice realizza questa creazione ricorrendo all’impiego di una tecnica mista, a metà tra la scultura e il disegno. La xilografia, infatti, viene prodotta con un’incisione su linoleum al fine di creare una sorta di cliché, di matrice zincografica per l’illustrazione che poi viene inserita nella forma di stampa tipografica o nella lastra stereotipica per restare impressa, una volta torchiata dal rullo, sulla carta o sul tessuto.
Dalla fusione tra queste componenti tecniche decisamente materiche, prendono vita questa e molte delle altre opere dell’autrice che ama sperimentare temi e soluzioni grafiche sempre nuove.
La sua forte personalità artistica emerge anche dalla contaminazione tra le regole assiomatiche della creazione e i contenuti diversificati. Con particolare riguardo per questi ultimi, traspare la predilezione per le figure femminili colte nella loro eloquenza unitamente a tematiche dotate di sfondo mistico-religioso.
Leitmotiv del percorso professionale e umano della Caratozzolo, la rilettura vivacemente ironica dei personaggi e dei fatti vissuti e/o rappresentati permane l’elemento distintivo e caratterizzante la sua opera.
L’interesse iconico in generale, sia esso religioso – l’autrice si appassiona grandemente ad immagini di santi, ex voto e simili - sia di carattere sociologico – rispetto alle più celebri donne della storia – appare quale principio peculiare di quello che potrebbe essere definito un “bipolarismo artistico” che traduce in chiave ironica simboli ritenuti serissimi ed incontrovertibili. La colorazione, in maniera beffarda e sottilmente satirica, riproduce la sicilianità e l’effervescenza dell’origine isolana dell’artista, configurando la sua arte con toni canzonatori e burleschi.
Quest'opera viene creata nel 2013 in seguito all’ispirazione nata grazie alla partecipazione “illustrativa” dell’artista al volume di Serena Manfrè Regine della Scienza. Confermando la preferenza per l’espressività primariamente rivolta all’arte visiva, l’autrice realizza questa creazione ricorrendo all’impiego di una tecnica mista, a metà tra la scultura e il disegno. La xilografia, infatti, viene prodotta con un’incisione su linoleum al fine di creare una sorta di cliché, di matrice zincografica per l’illustrazione che poi viene inserita nella forma di stampa tipografica o nella lastra stereotipica per restare impressa, una volta torchiata dal rullo, sulla carta o sul tessuto.
Dalla fusione tra queste componenti tecniche, decisamente materiche, prendono vita questa e molte delle altre opere dell’autrice che ama sperimentare temi e soluzioni grafiche sempre nuove.
La sua forte personalità artistica emerge anche dalla contaminazione tra le regole assiomatiche della creazione e i contenuti diversificati. Con particolare riguardo per questi ultimi, traspare la predilezione per le figure femminili colte nella loro eloquenza unitamente a tematiche dotate di sfondo mistico-religioso. Leitmotiv del percorso professionale e umano della Caratozzolo, la rilettura vivacemente ironica dei personaggi e dei fatti vissuti e/o rappresentati permane l’elemento distintivo e caratterizzante la sua opera.
L’interesse iconico in generale, sia esso religioso – l’autrice si appassiona grandemente ad immagini di santi, ex voto e simili - sia di carattere sociologico – rispetto alle più celebri donne della storia – appare quale principio peculiare di quello che potrebbe essere definito un “bipolarismo artistico” che traduce in chiave ironica simboli ritenuti serissimi ed incontrovertibili. La colorazione, in maniera beffarda e sottilmente satirica, riproduce la sicilianità e l’effervescenza dell’origine isolana dell’artista, configurando la sua arte con toni canzonatori e burleschi. Fortemente attratta dal volto umano, in quest’opera conferma la sua passione per i soggetti sacri rappresentando quello femminile per antonomasia e dotandolo di una notevole potenza comunicativa.