Tokyo

Questo reportage grafico, diario illustrato di un viaggio tra le strade di Tokyo, è stato esposto al “Museum of American Illustration” di New York, in occasione della rassegna organizzata annualmente dalla “Society of Illustrators”. Quest’ultima, ritenuta la più antica e prestigiosa associazione per la promozione e la conoscenza dell’illustrazione grafica del mondo, ha dedicato e dedica questa manifestazione alle opere più rappresentative provenienti dai cinque continenti.
La mostra, giunta alla sua 57a edizione, è stata allestita in seguito ad un’attenta selezione curata da una giuria internazionale di professionisti ed esperti. I lavori, facenti capo a ben centottanta talenti dell’arte grafica, sono stati suddivisi e raggruppati in tre distinte categorie: progetti istituzionali, comunicazione pubblicitaria e libera creazione. Tra i sette artisti italiani presenti, quasi tutti ormai residenti all’estero, anche la messinese Anastasio, la cui opera ha trovato collocazione nella sezione uncommissioned per Illustrators 57.
Creazione dettagliata e suggestiva, con qualche tono dark, reinterpreta l’impatto visuale, gli scorci e i volti appena intuibili di una Tokyo frutto della sua soggettiva visione sensuale che risente, più o meno distintamente, dell’influenza punk. L’espressione artistica di questo viaggio personale risulta ricca di scanzonate sfumature naif, invece assenti nella dimensione di vita quotidiana dell’artista che, per sua stessa ammissione, concepisce in maniera ferma la distinzione tra ciò che è bianco e ciò che è nero.
La noia vissuta nell’infanzia, trascorsa in attesa tra lo studio della madre ceramista e del papà pittore, si è rivelata e si conferma tutt’oggi un forte stimolo creativo nonché un tema interessante oggetto di ricerche e di rappresentazioni grafiche, congiuntamente a quello della figura femminile. Accanto a queste “fonti vive”, in quest’opera e in altre sue illustrazioni, trovano spazio elementi simbolici ricorrenti come il cuore, reso nel contempo disarmonico ed affascinante, e taluni dettagli antropici, come gli occhi grandi e scuri, colti da una percettività fanciullesca e trasposti con semplicità da una mano salda che li realizza con linee essenziali e forme nette.