Popolarissima e fortunata serie cartoon animata che impazza sul web - Mimmo e Stellario Cafoon Street - è prodotta dal gruppo Uollascomix e diretta da Marcello Crispino che ne cura anche le illustrazioni.
Questo tormentone si impone all’attenzione del vasto e variegato pubblico del web, in maniera transgenerazionale, spopolando sul canale youtube, dove raggiunge un numero vertiginoso di visualizzazioni, e sui social network come Facebook.
Vero e proprio fenomeno virtuale di massa percorre, con piglio ironico e dissacrante, cattive abitudini, usi e costumi del messinese di estrazione sociale per così dire medio-bassa.
I due folklorici protagonisti, gli amici e compari di sventure Mimmo e Stellario racchiudono, ciascuno nella propria caratterizzazione, tutte le tipicità e le brutture sintomatiche del cittadino volgare ed incivile, comunemente identificato nell’idioma locale messinese col termine di zallo (persona priva di senso civico, educazione, esteticamente appariscente, puntualmente fuori luogo in ogni situazione, si contraddistingue per essere un disturbatore incallito il cui comportamento è diffusamente sopra le righe e fuori dagli schemi della pacifica convivenza sociale).
Popolarissima e fortunata serie cartoon animata che impazza sul web - Mimmo e Stellario Cafoon Street - è prodotta dal gruppo Uollascomix e diretta da Marcello Crispino che ne cura anche le illustrazioni.
Questo tormentone si impone all’attenzione del vasto e variegato pubblico del web, in maniera transgenerazionale, spopolando sul canale youtube, dove raggiunge un numero vertiginoso di visualizzazioni, e sui social network come Facebook.
Vero e proprio fenomeno virtuale di massa percorre, con piglio ironico e dissacrante, cattive abitudini, usi e costumi del messinese di estrazione sociale per così dire medio-bassa.
I due folklorici protagonisti, gli amici e compari di sventure Mimmo e Stellario racchiudono, ciascuno nella propria caratterizzazione, tutte le tipicità e le brutture sintomatiche del cittadino volgare ed incivile comunemente identificato nell’idioma locale messinese col termine di zallo (persona priva di senso civico, educazione, esteticamente appariscente, puntualmente fuori luogo in ogni situazione, si contraddistingue per essere un disturbatore incallito il cui comportamento è diffusamente sopra le righe e fuori dagli schemi della pacifica convivenza sociale).
Ignaro del comune ritegno, l’homus zallus è descritto soprattutto in qualità di urlatore professionista e di instancabile “benefattore di musica” percepibile anche a distanze chilometriche ed emessa da vere e proprie discoteche ambulanti su due-quattro ruote (macchine e motorini) che riproducono fedelmente i peggiori brani mai registrati.
Instancabile girovago, si sposta su mezzi di trasporto solitamente accompagnati da bassi che fanno tremare qualunque superficie con annesse luci psichedeliche.
La certosina precisione applicata alla cura dei dettagli ben esprime questo insieme antropologico variegato e ordinato secondo regole multiformi: volumi e toni eccessivi, mimica facciale deformata dalle frequenti urla determinate da continui e prevedibili fraintendimenti comunicativi, vestiti sfolgoranti, atteggiamenti maleducati tradotti in ogni varietà di eccesso comportamentale, nonché da gesti e movimenti sproporzionati e sovradimensionati rispetto alla vera misura delle figure che, oltremodo espanse nel peso, sono costrette in mises decisamente stretch rispetto alle reali taglie dei personaggi.
Popolarissima e fortunata serie cartoon animata che impazza sul web - Mimmo e Stellario Cafoon Street - è prodotta dal gruppo Uollascomix e diretta da Marcello Crispino che ne cura anche le illustrazioni. Questo tormentone si impone all’attenzione del vasto e variegato pubblico del web, in maniera transgenerazionale, spopolando sul canale youtube, dove raggiunge un numero vertiginoso di visualizzazioni, e sui social network come Facebook.
Vero e proprio fenomeno virtuale di massa percorre, con piglio ironico e dissacrante, cattive abitudini, usi e costumi del messinese di estrazione sociale per così dire medio-bassa.
I due folklorici protagonisti, gli amici e compari di sventure Mimmo e Stellario racchiudono, ciascuno nella propria caratterizzazione, tutte le tipicità e le brutture sintomatiche del cittadino volgare ed incivile comunemente identificato nell’idioma locale messinese col termine di zallo (persona priva di senso civico, educazione, esteticamente appariscente, puntualmente fuori luogo in ogni situazione, si contraddistingue per essere un disturbatore incallito il cui comportamento è diffusamente sopra le righe e fuori dagli schemi della pacifica convivenza sociale).
Ignaro del comune ritegno, l’homus zallus è descritto soprattutto in qualità di urlatore professionista e di instancabile “benefattore di musica” percepibile anche a distanze chilometriche ed emessa da vere e proprie discoteche ambulanti su due-quattro ruote (macchine e motorini) che riproducono fedelmente i peggiori brani mai registrati.
Instancabile girovago, si sposta su mezzi di trasporto solitamente accompagnati da bassi che fanno tremare qualunque superficie con annesse luci psichedeliche.
La certosina precisione applicata alla cura dei dettagli ben esprime questo insieme antropologico variegato e ordinato secondo regole multiformi: volumi e toni eccessivi, mimica facciale deformata dalle frequenti urla determinate da continui e prevedibili fraintendimenti comunicativi, vestiti sfolgoranti, atteggiamenti maleducati tradotti in ogni varietà di eccesso comportamentale, nonché da gesti e movimenti sproporzionati e sovradimensionati rispetto alla vera misura delle figure che, oltremodo espanse nel peso, sono costrette in mises decisamente stretch rispetto alle reali taglie dei personaggi.
Il linguaggio verbale è reso da un dialetto messinese che condensa ed evidenzia le peggiori espressioni gergali, a volte sconosciute a molti degli stessi messinesi, sapientemente tradotte con l’ausilio di sottotitoli in lingua italiana aulica, volutamente stridente rispetto al contenuto dei messaggi espressi.
L’eccesso, privo di filtri e manifestato in tutte le sue forme (grafica, verbale, espressiva), è il vero marchio di fabbrica e di fortuna del cartoon a completamento del quale troviamo inseriti tutta una serie di riferimenti tematici, fortemente simbolici, legati alle tradizioni della città dello Stretto. Gli esempi più eclatanti vanno dall’assoluta ossessione per lo street food cittadino: dal must della colazione con la menza con panna (solitamente granita per metà di caffè e per metà di panna, accompagnata da una brioche dotata di specifica forma), passando per pranzi e cene che celebrano lo storico rito delle ‘rustute (tipico barbecue all’aria aperta) durante le quali degustare ‘u taiuni (interiora di vitello) e la pasta al forno‘ncaciata (cucinata tramite uno specifico procedimento di cottura) passando per contorni a base di cozze dei laghi nostrani (zona di Ganzirri), di salsiccia e di arancini e pidoni, questi ultimi peculiari esempi della nostra rosticceria e considerati buoni da consumare a tutte le ore. Accanto all’assioma dell’importanza culinaria, intesa quale pilastro della vita quotidiana di ogni messinese che si rispetti, e alla quale son dedicati interi episodi, troviamo l’ironica descrizione delle altalenanti vicende politiche della città messinese.
Infine, il percorso illustrato termina con il mix di alcune abitudini cittadine, per certi versi risibili, che vanno: dalla celebrazione di ferragosto della Vara (manifestazione estiva a sfondo religioso, sovente accompagnata da imprecazioni con sfumature di vario genere), ai botti di capodanno (fuochi d’artificio e simili, generalmente illegali), percorrendo una vasta gamma di liti domestiche (che coinvolgono un intero quartiere) e di spostamenti supereroistici su ciclomotori truccati (alterati nel loro funzionamento al fine di potenziarne le prestazioni) che non considerano le regole della viabilità urbana e suburbana.
Tutte queste situazioni, facilmente rintracciabili e soprattutto riconoscibili dai fruitori locali del cartoon, sono gustate, è il caso di dire con riso amaro, dallo spettatore che dinnanzi a questo prodotto ben calibrato riflette sul senso profondo del grido inesorabile e ricorrente di annamuu (esortazione al movimento e, in senso figurato, all’azione fattiva) che, per concludere, talvolta appare più un invito alla fuga dalla città che un monito all’attivazione.