Giada 2

Artista: 
Testo Ridotto: 

Già dal primo numero, Giada si presenta come un esperimento fumettistico vivace e coinvolgente. L’idea di partenza è inaugurare il catalogo dell’Arcadia con una miniserie horror, composta da 12 numeri fruibili singolarmente ma, come afferma lo stesso sceneggiatore, resi aderenti tra loro da elementi di continuità compositivi di una epopea narrativa coerente. L’esperimento riesce e il primo numero, mescolando sapientemente tre tocchi artistici differenti, consegna al pubblico e ai futuri addetti ai lavori un esordio dall’approccio realistico le cui potenzialità si prestano comunque ad essere oggetto di diversificate sintesi.

Testo Medio: 

Già dal primo numero, Giada si presenta come un esperimento fumettistico vivace e coinvolgente.
L’idea di partenza è inaugurare il catalogo dell’Arcadia con una miniserie horror, composta da 12 numeri fruibili singolarmente ma, come afferma lo stesso sceneggiatore, resi aderenti tra loro da elementi di continuità compositivi di una epopea narrativa coerente. L’esperimento riesce e il primo numero, mescolando sapientemente tre tocchi artistici differenti, consegna al pubblico e ai futuri addetti ai lavori un esordio dall’approccio realistico le cui potenzialità si prestano comunque ad essere oggetto di diversificate sintesi. I vari stati d’animo, tipici delle maschere ipotecate alla cinematografia horror di fine anni ‘80, sono restituiti al fruitore tramite un linguaggio fantastico impattante e alcuni elementi introspettivi tipicamente archetipici. L’azione e l’intreccio si confermano di fondamentale importanza per tessere il livello di sotto trame narrative che, come pezzi di un puzzle, restituiscono gradualmente le spiegazioni di tutti gli elementi, marginali e portanti, disseminati lungo tutti gli episodi della storia. La libertà contenutistica resa è solo apparentemente violenta, poiché le scelte estetiche compiute richiamano echi simbolici più significavi e profondi.
L’horror diviene simbolo sociologico screziato da toni volutamente ironici e in grado di rappresentare il topos caratterizzante i trasmutamenti dell’età adolescenziale. Similarmente a quanto avviene nello sviluppo identitario di ciascun individuo, inizialmente viene fornita solo l’ombra della protagonista (da cui la serie prende il titolo) e i contorni vengono scoperti e messi a fuoco poco alla volta, in un crescendo di pathos e stupore.
 

Testo Esteso: 

Già dal primo numero, Giada si presenta come un esperimento fumettistico vivace e coinvolgente. L’idea di partenza è inaugurare il catalogo dell’Arcadia con una miniserie horror, composta da 12 numeri fruibili singolarmente ma, come afferma lo stesso sceneggiatore, resi aderenti tra loro da elementi di continuità compositivi di una epopea narrativa coerente. L’esperimento riesce e il primo numero, mescolando sapientemente tre tocchi artistici differenti, consegna al pubblico e ai futuri addetti ai lavori un esordio dall’approccio realistico le cui potenzialità si prestano comunque ad essere oggetto di diversificate sintesi.
I vari stati d’animo, tipici delle maschere ipotecate alla cinematografia horror di fine anni ‘80, sono restituiti al fruitore tramite un linguaggio fantastico impattante e alcuni elementi introspettivi tipicamente archetipici. L’azione e l’intreccio si confermano di fondamentale importanza per tessere il livello di sotto trame narrative che, come pezzi di un puzzle, restituiscono gradualmente le spiegazioni di tutti gli elementi, marginali e portanti, disseminati lungo tutti gli episodi della storia. La libertà contenutistica resa è solo apparentemente violenta, poiché le scelte estetiche compiute richiamano echi simbolici più significavi e profondi.
L’horror diviene simbolo sociologico screziato da toni volutamente ironici e in grado di rappresentare il topos caratterizzante i trasmutamenti dell’età adolescenziale. Similarmente a quanto avviene nello sviluppo identitario di ciascun individuo, inizialmente viene fornita solo l’ombra della protagonista (da cui la serie prende il titolo) e i contorni vengono scoperti e messi a fuoco poco alla volta, in un crescendo di pathos e stupore.
Giada, da teenager problematica dalle sembianze “gradevolmente mostruose”, dotata di una miscellanea di superpoteri abitualmente attribuiti ai maggiori personaggi di fumetti di questo genere, diviene, in questo secondo numero, un personaggio maturo che deve combattere in modo consapevole l’invasione della Terra ad opera degli “antimostri” (cattivi).  Di fondamentale rilevanza risulta, altresì, la costituzione caratteriale dei personaggi secondari che, da abituali e stereotipati comprimari, di veri deuteragonisti, grazie anche a definizioni sostanziali di più ampio respiro. L’atmosfera di sospensione della storia permane e mostra il suo volto evolutivo, invitando il lettore incuriosito a seguirne gli sviluppi. Nel suo complesso questo episodio conferma le premesse e le promesse fatte in precedenza, con le tavole e disegni della giovane Belardo, con la sapiente maestria di Rosenzweig e il tagliente lavoro di Sfascia che imbastisce il denso storytelling di questo horror molto soft, reso leggero e mai banale da note umoristico/cartoonesche. 

Misura: 
16,50 x 24 cm
Numero di Pagina: 
Pagine, 72
Galleria Immagini: 
Galleria Immagini Secondaria: 
Galleria immagini - Tavole estratte da "Nathan Never" (opera in lavorazione)
Data e Luogo Opera: 

Pubblicazione "Giada 2"

Luogo: 
Bergamo
Mappa: 
Data Certa (Solo Anno) (Nuovo Formato): 
2015
Data Incerta (Solo Anno) (Nuovo Formato): 
2008
Data e Luogo Spigolatura: 
Tag Tecnica Fumetto: 
QR Code: 

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