Opera commissionata nell’estate del 2012, come copertina del romanzo di Mario Oscar Venuti, viene realizzata con l’intento di riprodurre graficamente il senso metaforico del tunnel della vita che tutti noi dobbiamo attraversare e dal quale siamo, a nostra volta, attraversati.
La scelta degli elementi compositivi ricade su alcuni allegorie simboliche e ricorrenti, quali: il cammino verso l’ignoto, il buio del tunnel che lo evoca, la possibilità e il timore di un mostro che attende al termine del percorso.
Opera commissionata nell’estate del 2012, come copertina del romanzo di Mario Oscar Venuti, viene realizzata con l’intento di riprodurre graficamente il senso metaforico del tunnel della vita che tutti noi dobbiamo attraversare e dal quale siamo, a nostra volta, attraversati.
La scelta degli elementi compositivi ricade su alcuni allegorie simboliche e ricorrenti, quali: il cammino verso l’ignoto, il buio del tunnel che lo evoca, la possibilità e il timore di un mostro che attende al termine del percorso. Queste rappresentazioni archetipiche sono predilette dal disegnatore per rendere il senso della dimensione oscura della vita e del nostro ineluttabile ruolo in essa.
Il ricorso ad alcune forme specifiche, come ad esempio la volta dell’entrata autostradale che non è semicircolare e riprende lo stile gotico della volta a ogiva, è scandito dalla ferma volontà di restituire una sfumatura di inquietudine sottesa, con richiami tendenti all’horror.
Opera commissionata nell’estate del 2012, come copertina del romanzo di Mario Oscar Venuti, viene realizzata con l’intento di riprodurre graficamente il senso metaforico del tunnel della vita che tutti noi dobbiamo attraversare e dal quale siamo, a nostra volta, attraversati.
La scelta degli elementi compositivi ricade su alcuni allegorie simboliche e ricorrenti, quali: il cammino verso l’ignoto, il buio del tunnel che lo evoca, la possibilità e il timore di un mostro che attende al termine del percorso. Queste rappresentazioni archetipiche sono predilette dal disegnatore per rendere il senso della dimensione oscura della vita e del nostro ineluttabile ruolo in essa.
Il ricorso ad alcune forme specifiche, come ad esempio la volta dell’entrata autostradale che non è semicircolare e riprende lo stile gotico della volta a ogiva, è scandito dalla ferma volontà di restituire una sfumatura di inquietudine sottesa, con richiami tendenti all’horror. Col medesimo intento, le due strutture colonnari in mattoni, presenti ai lati dell’ingresso del tunnel, sono utilizzate per apporre un’architettura antica, decontestualizzata rispetto alla moderna autostrada, che dia il senso della sospensione temporale. Piccole incursioni artistiche di questo tipo favoriscono la rievocazione di alcuni elementi fantasy disseminati qui e lì nel romanzo.
L’illustrazione, inizialmente concepita con matita e acquerello, viene poi definita con una colorazione ad olio, opzione considerata vincente al fine di ottenere un effetto simile a quello della tela usurata.
Nel complesso, dalla cura dei dettagli e dell’ambientazione, emerge la restituzione al fruitore della sensazione percettiva della suspense e del mistero che la storia del volume intende narrare.
Copertina "Quando finisce la notte"
Pubblicazione "Quando finisce la notte" - (Copertina)
Spigolatura "Quando finisce la notte" - Realizzazione copertina
Per motivi grafici, l'opera è stata ritagliata in modo tale da mantenere solo il tema centrale del tunnel e della bestia mostruosa dalle fauci spalancate. Altri particolari che arricchivano la tavola, come il teschio, le pozzanghere e i segni dei pneumatici sull'asfalto, simbolici di un monito per gli automobilisti ignari del senso della vita, sono stati visibilmente ridimensionati nella versione finale.