Il terzo comparto bis dell’isolato 307 del piano regolatore della città di Messina fu realizzato sul progetto dell’architetto ingegnere Giovanni Donato che si fece promotore, insieme all’avvocato Macrì-Pellizzeri, per ottenere l’assegnazione dell’area di uno dei comparti dell’isolato 307. L’edificio risulta caratterizzato da una ricca decorazione che ne scandisce i prospetti secondo una configurazione formale ben determinata.
Il terzo comparto bis dell’isolato 307 del piano regolatore della città di Messina fu realizzato sul progetto dell’architetto ingegnere Giovanni Donato che si fece promotore, insieme all’avvocato Macrì-Pellizzeri, per ottenere l’assegnazione dell’area di uno dei comparti dell’isolato 307. L'edificio risulta caratterizzato da una ricca decorazione che ne scandisce i prospetti secondo una configurazione formale ben determinata. In particolare il basamento in bugnature lisce consente di assorbire la differenza di quota che intercorre tra la via della Zecca lungo la via Giacomo Venezian con una lieve modifica al piano di sedime dei differenti ambienti che costituiscono l’edificio. All’altezza del marcapiano aggettante, che costituisce la base dalla quale si diparte una seconda fascia, da cui si originano le modanature con decorazione a conchiglia che costituiscono i dadi da cui si originano le paraste che raggiungono il cornicione della copertura. Tali paraste scandiscono il ritmo della facciata evidenziando le campate dell’edificio, all’interno delle quali si localizzano le aperture sia del primo che del secondo livello.
Il terzo comparto bis dell’isolato 307 del piano regolatore della città di Messina fu realizzato sul progetto dell’architetto ingegnere Giovanni Donato che si fece promotore, insieme all’avvocato Macrì-Pellizzeri, per ottenere l’assegnazione dell’area di uno dei comparti dell’isolato 307. L’edificio risulta caratterizzato da una ricca decorazione che ne scandisce i prospetti secondo una configurazione formale ben determinata. In particolare il basamento in bugnature lisce consente di assorbire la differenza di quota che intercorre tra la via della Zecca lungo la via Giacomo Venezian con una lieve modifica al piano di sedime dei differenti ambienti che costituiscono l’edificio. All’altezza del marcapiano aggettante, che costituisce la base dalla quale si diparte una seconda fascia, da cui si originano le modanature con decorazione a conchiglia che costituiscono i dadi da cui si originano le paraste che raggiungono il cornicione della copertura. Tali paraste scandiscono il ritmo della facciata evidenziando le campate dell’edificio, all’interno delle quali si localizzano le aperture sia del primo che del secondo livello. Al primo livello, tuttavia, le aperture posseggono delle ringhiere localizzate sul filo del prospetto mentre al secondo livello ciascuna apertura da accesso ad un balcone di pertinenza. Il ricco impiego di elementi decorativi e di modanature scorniciate conferiscono all’edificio una grande ricchezza formale che trova riscontro soltanto in pochi altri edifici del centro storico considerato. La caratterizzazione delle specchiature lisce, sulle quali si aprono le finestre del primo e del secondo livello fuori terra, sono caratterizzate da un sistema di decorazioni orizzontali che alternano fasce grigie e fasce rosso-bruno. Un ampio fascione, al di sotto del cornicione, contiene i timpani curvilinei che sormontano le aperture del secondo livello ed anche i capitelli antropomorfi che concludono le paraste presenti lungo i prospetti. La caratterizzazione delle superfici delle paraste, così come quella delle altre partiture verticali che caratterizzano le facciate su via Giacomo Venezian e su via Della Zecca, è realizzata con attrezzi da scalpellino e garantisce la commistione di differenti texture che vengono lette sulle superfici come altrettante occasioni di ricerca di qualità formale.