Architettura fantastica - Gli archetipi del fumetto

Il volume, frutto di tre anni di ricerca, è un saggio che indaga il processo di fantasia nel disegno di architettura, inteso come il potenziale sviluppo ideativo che permette di vedere cose e luoghi non ancora esistenti. Per meglio evidenziare la natura di questo meccanismo mentale, costantemente in fieri, il libro adopera la materia intangibile delle architetture fantastiche del fumetto che, private di qualsivoglia limite immaginativo, consentono di muoversi dentro una linea mediana di sicurezza, equidistante dall’ architettura ufficiale e dall’ambito disciplinare del disegno. L’approfondimento di temi riguardanti l’inventiva, l’effimero, l’irragionevole, produce un’analisi e una sintesi capaci di individuare gli elementi salienti di queste architetture, ovvero: gli archetipi principali, la sintassi e la comprensione semiotica della grafica basilare.
Grazie alla comparazione tra le forme esteriori assunte dai fumetti, tra il linguaggio delle utopie e gli sviluppi recenti dell’architettura, si avverte la presenza di un territorio trasversale comune alle due aree, città e fumetto immaginato, dove il flusso di scambi è continuativo. La contaminazione tra i codici delle due discipline risulta costante già dagli inizi del secolo scorso, quando la presenza del grattacielo fa da sfondo ai comics americani e prosegue, nei decenni successivi, attraverso il generarsi di invenzioni urbane sempre più originali che, dal fumetto d’autore europeo, si spingono fino all’invenzione di veri e propri universi paralleli virtuali, rintracciabili nei manga giapponesi. Con la rivoluzione digitale di cui siamo testimoni, architetture multidimensionali e fluide si sviluppano nel cyberspazio digitale, concretizzando un’architettura prima solo virtuale. Ciò che pareva esser possibile solo nei fumetti o nell’immaginario di artisti e architetti visionari, diviene raggiungibile, realizzabile, tangibile. In questa deriva discensionale verso i mondi a tratti distorti dalla fantasia, il confine tra architettura e fumetto scema progressivamente e anche le forme dell’architettura costruita sembrano piegarsi sotto il peso di soggettive voluttà immaginifiche. Il tratto graffiante, intenzionalmente irregolare, spiazza per la sua complessità estensiva: nei luoghi descritti le “linee fantastiche” sembrano formare un’aggrovigliata matassa della quale non si riesce a rintracciare fisicamente il bandolo. Gli spazi vengono fagocitati dalla longa manus di una creatività multiforme, sotto la quale soccombono tracce di ordinarietà. Espressione di un’apparente esigenza modificativa dell’universo semantico e delle regole della rappresentazione architettonica, questo volume, felicemente ibrido, si conclude con la sperimentazione di illustrazioni riconducibili agli elementali delle formule fumettistiche, ove visioni “fantastiche” intervengono in spazi realmente esistenti della città, allo scopo di individuarne le energie inespresse e indicare nuove direzioni per lo sviluppo di successivi progetti.