Commissionata per la collana Vaporteppa, questa illustrazione è il banco di prova per l'autore alle prese con l'opera del prolifico e pluripremiato autore Michael Swanwick. La vera sfida per il copertinista sta nel selezionare, dopo attenta lettura del testo, gli elementi più rappresentativi da inserire nella griglia, alla luce del fatto che deve interpretare anche la volontà dell'editor che ha già in mente la veste grafica da conferire a quella e alle successive pubblicazioni della collana.
Commissionata per la collana Vaporteppa, questa illustrazione è il banco di prova per l'autore alle prese con l'opera del prolifico e pluripremiato autore Michael Swanwick. La vera sfida per il copertinista sta nel selezionare, dopo attenta lettura del testo, gli elementi più rappresentativi da inserire nella griglia, alla luce del fatto che deve interpretare anche la volontà dell'editor che ha già in mente la veste grafica da conferire a quella e alle successive pubblicazioni della collana.
Realizzata come copertina del libro Gli dei di Mosca, utilizza una sua personale palette di colori con lo scopo di rendere l'immagine ben visibile e identificabile anche a dimensioni molto ridotte. La texture in alcune aree del disegno, oltre ad aiutare a staccare dallo sfondo i due personaggi in primo piano, è un altro richiamo alla colorazione dei lavori di Dave Stewart, tipica dei fumetti degli anni '80-'90, periodo nel quale le tecniche di stampa migliorano al punto tale da rendere virtualmente invisibili i retini.
La struttura modulare della copertina richiama solo parzialmente le vignette di un fumetto e permette la giustapposizione di elementi tra loro volutamente contrastanti: (uomo/animale, spazio aperto/gabbia), riferendosi esplicito al tema e ai contenuti dell'opera.
Sebbene l'autore riprenda in una sola vignetta un dettaglio della copertina americana originale egregiamente dipinta, la scelta stilistica complessiva strizza l’occhio al fumetto francese. Con un approccio più illustrativo e meno fumettistico, tratteggia lo sfondo della città in fiamme oscurando in parte i protagonisti posti in primo piano, al fine di dare maggiore suspense e non rivelare troppo sulla trama del racconto.
Commissionata per la collana Vaporteppa, questa illustrazione è il banco di prova per l'autore alle prese con l'opera del prolifico e pluripremiato autore Michael Swanwick. La vera sfida per il copertinista sta nel selezionare, dopo attenta lettura del testo, gli elementi più rappresentativi da inserire nella griglia, alla luce del fatto che deve interpretare anche la volontà dell'editor che ha già in mente la veste grafica da conferire a quella e alle successive pubblicazioni della collana.
Autore ed editore costruiscono insieme l'impostazione grafica generale: a questo scopo, l’illustratore procede realizzando separatamente ogni vignetta, spostandola all'occorrenza per soddisfare i ripensamenti relativi alla composizione che viene, appunto, rimaneggiata più volte. Questo processo, che va oltre la fase del bozzetto, prosegue fino al colore semi-definitivo, prima dell'applicazione degli effetti finali.
Realizzata come copertina del libro Gli dei di Mosca, utilizza una sua personale palette di colori con lo scopo di rendere l'immagine ben visibile e identificabile anche a dimensioni molto ridotte. La texture in alcune aree del disegno, oltre ad aiutare a staccare dallo sfondo i due personaggi in primo piano, è un altro richiamo alla colorazione dei lavori di Dave Stewart, tipica dei fumetti degli anni '80-'90, periodo nel quale le tecniche di stampa migliorano al punto tale da rendere virtualmente invisibili i retini. La struttura modulare della copertina richiama solo parzialmente le vignette di un fumetto e permette la giustapposizione di elementi tra loro volutamente contrastanti: (uomo/animale, spazio aperto/gabbia), riferendosi esplicito al tema e ai contenuti dell'opera. Sebbene l'autore riprenda in una sola vignetta un dettaglio della copertina americana originale egregiamente dipinta, la scelta stilistica complessiva strizza l’occhio al fumetto francese. Con un approccio più illustrativo e meno fumettistico, tratteggia lo sfondo della città in fiamme oscurando in parte i protagonisti posti in primo piano, al fine di dare maggiore suspense e non rivelare troppo sulla trama del racconto. La composizione è favorita dall'uso dei quadrilateri per costruire le vignette sullo sfondo. La cornice che risulta meno evidente è quella ideale attorno ai personaggi in primo piano, suggerita dalle linee del fumo, con lo scopo di dare ulteriore risalto alle figure in primo piano. A tal fine, lavora anche l’indeterminatezza delle vignette periferiche, volutamente meno definite e sfocate da ampie aree di retinatura.
Il romanzo è ambientato in uno spazio temporale distopico dove l'umanità, costretta ad abbandonare ogni forma di tecnologia avanzata, si ritrova paradossalmente a vivere in un’epoca collocabile nel tardo ‘800. Le uniche scoperte innovative e permanenti riguardano l’avanzatissima ingegneria genetica creatrice di ibridi come Sir Blackthorpe Ravenscairn de Plus Precieux, noto come Surplus. Questo personaggio campeggia in copertina accanto a Darger, uomo-orso che fa la guardia al palazzo d'inverno. Il livello di sense of wonder, marchio di fabbrica dello scrittore di Schenedacty, è percepibile nelle pagine di Swanwick che, rispetto alle sue opere più impegnate come The very pulse of the machine, Stations of the tide o Vacuum Flowers, in questo Dancing Bears adopera un tono più scanzonato. I due picareschi imbroglioni, protagonisti del testo, non possono dirsi eroi tragici, per questo la copertina punta sull’esaltazione dell'atmosfera immaginifica generale. Il risultato finale ricorda certe cover delle storiche riviste pulp dell'epoca d'oro, come Tales of Wonder, che contenevano numerosi racconti di fantascienza dei futuri maestri del genere.
Galleria immagini Dancing with bears
Pubblicazione dancing with bears
2014, Catania, Dancing with bears
Il design dei personaggi, benché ricavato dalle descrizioni presenti nel testo, lascia un margine consistente di libertà all'illustratore, in particolare con riferimento al personaggio di Darger. Purtroppo, questa autonomia ha risvolti negativi poiché comporta una ventina di test propedeutici fatti prima di trovare il giusto volto.
Per il reperimento di materiale fotografico, concernente soprattutto l'abbigliamento dei personaggi, risulta prezioso il supporto dell'editor Marco Carrara.