Foto Profilo Adolfo Romano.
Adolfo Romano nacque a Messina nel 1894 figlio di Adelio Romano, cancelliere della Pretura e di Giuseppa Russo. Scampato dal disastro del terremoto insieme al fratello, si trasferisce a Roma per studiare grazie ad una pensione. All’Istituto superiore per le Belle Arti studia con Vittorio Grassi, Duilio Cambellotti e Giuseppe Cellini, perfezionandosi con Giulio Bargellini. Chiamato alle armi, partecipa al conflitto come aviere. Al termine della guerra consegue il diploma e inizia la sua attività di professore di disegno alle scuole medie e superiori. Nel 1923 sposa Amelia Buoncompagni da cui avrà tre figli. Torna quindi a Messina, dove apre un suo studio e fonda, insieme con altri amici pittori, il Circolo artistico “Antonello da Messina”, promuovendo mostre ed eventi culturali. Professore di disegno e plastico presso gli istituti professionali di “Verona Trento” e “Nautico” partecipa come membro di giuria di diverse mostre d’arte provinciali. Consegue quindi diversi premi anche a livello nazionale: Michetti, Suzzara, Firenze, Vibo, Gioia Tauro. È chiesto il suo intervento come decoratore del Palazzo Municipale e dal Palazzo di Giustizia. Nel 1933 decora la cappella del Seminario Arcivescovile, distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, realizza affreschi per la Chiesa della Calispera a Contesse (1926) e per la cupola del duomo della Chiesa del Carmine, sempre a Messina. Nel 1934 realizza tre mosaici a lunetta per il prospetto principale della Chiesa di Santa Maria del Carmelo a Santa Teresa di riva, peri duomo ricostruito da Francesco Valenti è chiamato a costruire la nuova sacrestia. Dopo l’incendio del ’43, che distruggerà nuovamente la cattedrale, è chiamato dall’arcivescovo Paino a restaurare la cappella di San Placido e a dipingere i volti della Madonna della Lettera e del Bambino per la tavola della Manta d’oro di Innocenzo Mangani. Continua pure la sua attività didattica e partecipa a diverse mostre, e interventi di restauro, come quello da lui proposto nel 1958 in qualità di Ispettore alle Belle Arti per la Sicilia orientale, poi non realizzato, per la tribuna di San Giovanni di Malta di Jacopo del Duca. Socio dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti di Messina e dell’Accademia dei Cinquecento di Roma, sostiene molteplici iniziative per restituire alcuni monumenti alla città e per realizzare l’Istituto d’arte cittadino. Muore a Messina il 21 luglio del 1972.