Renato Guttuso

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Renato Guttuso nasce il 26 dicembre del 1911 a Bagheria, figlio di genitore d’idee liberali.  A Palermo fa la sua precoce esperienza con la pittura, grazie anche alla passione paterna per l’acquerello, apprendendo i primi rudimenti tra gli studi di Domenico Quattrociocchi e la bottega del pittore di carretti Emilio Murdolo. Inizia a firmare i suoi quadri già dal 1924, per lo più copie dei paesaggi siciliani dell’Ottocento. Più tardi si dedicherà anche al ritratto, mentre frequenta l’atelier del pittore palermitano Pippo Rizzo.  Nel 1931 partecipa con due opere alla Quadriennale di Roma, città dove si trasferirà. In questo periodo avrà modo di legare con Mafai, Trombadori, Cagli e Afro.  Scrive per riviste e giornali, mentre il suo articolo su Picasso del 1933 causa dell’intervento della censura fascista e la sospensione della sua collaborazione con l’Ora di Palermo. Nel 1934 espone per la seconda volta alla galleria il Milione di Milano in aperta polemica con l’estetica di Novecento. Nel 1935, a causa del servizio militare, si trasferisce nel capoluogo lombardo stringendo solide relazioni con Birolli, Sassu, Manzù, Fontana, Vittorini, De Grada, Persico etc. Tuttavia le condizioni economiche del pittore sono molto precarie e nel 1937 si trasferisce nuovamente, e definitivamente, a Roma. Grazie anche al contatto con Moravia, Trombadori e Alicata, si iscrive al partito comunista (1940). E’ uno dei periodi migliori per l’arte di Guttuso: Fucilazione in campagna (1938), Fuga dall’Etna (1939), Crocifissione (1941), uno dei suoi maggiori capolavori. Nel 1943 lascia Roma per motivi politici partecipando attivamente alla Resistenza.  A Parigi stringe amicizia con Picasso, e finita la guerra, fonda con Birolli, Vedova e Marchiori il Fronte Nuovo delle Arti, raggruppamento interessato a portare in Italia tutte quelle esperienze artistiche europee osteggiate dal fascismo. Sono gli anni del realismo, contadini, pescatori, minatori diventano soggetti centrali della produzione del periodo. Lavora anche come scenografo per il teatro, attività che lo coinvolgerà in partnership con registi di livello mondiale. Nel 1950 espone a Londra, Nel 1956 sposa la compagna Mimise. Ormai è un pittore affermato, tiene numerose relazioni con la critica internazionale. Vittorini gli dedica una monografia, sue personali vengono organizzate a New York e Mosca. Mostre di successo verranno organizzate ad Amsterdam e a Charleroi nei primi anni 60, mentre nel ’63, a Parma, Roberto Longhi cura un’ampia mostra antologica. Nel ‘65 si trasferisce al Palazzo del Grillo, la sua opera è al centro di numerosi studi, nel ’66 si dedica al ciclo Autobiografia in cui vengono ritratti i personaggi più importanti della sua vita. Nel 1971 gli viene consegnata la laura Honoris Causa dall’Università di Palermo, gli viene dedicata un’antologica a Palazzo dei Normanni con testi di Leonardo Sciascia, e una al museo d’arte moderna di Parigi. Nel 1972 riceve a Mosca il premio Lenin, mentre una grande retrospettiva percorre le capitali dell’Europa orientale. Nel 1973 costituisce un nucleo di opere per il museo di Bagheria. Nel 1974 dipinge la Vucciria per l’università di Palermo, illustra libri e nel 1980 viene eletto Senatore nel collegio di Sciacca.  Nel 1982 Brandi, Calvesi e Rubiu curano un’importante antologica al Palazzo Grassi di Venezia, mentre nel 1983 Enrico Crispolti cura il catalogo della sua opera in tre volumi. Nel 1985 lavora al Colapesce del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, opera monumentale su più di 120 mq di pannelli. Muore nel 1987, lasciando alcune opere alla Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma, e una ricca raccolta documentale per il museo Guttuso di Bagheria.

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