Foto Profilo Massimo Mollica
Attore e uomo di spettacolo a tutto tondo, esordisce negli anni Cinquanta a teatro, dove spazia dalla tradizione classica alla sperimentazione novecentesca, ma lega il proprio nome soprattutto agli artisti siciliani di cui si fa raffinato e acuto interprete, portando in scena, tra gli altri, Pirandello, Brancati, Verga, Martoglio, affiancato dagli anni Novanta dall’inseparabile compagna di scena Giovanna Battaglia. A Messina, ma anche in provincia, dove ha vissuto tra Pace del Mela e Patti, Massimo Mollica fonda e dirige diversi teatri, tra i quali il Parioli di Roma, prima di Maurizio Costanzo, oltre a dar vita alla Compagnia Stabile di Messina (1965), con cui va in tournée in tutta Italia. La stagione degli anni Settanta rimane memorabile per gli spettacoli realizzati, tra i quali Il re muore di Ionesco, rappresentato a Catania di fronte allo stesso autore, I menecmi di Plauto, La mandragola di Machiavelli, Otello di Shakespeare. A questi successi si accompagnano quelli di ’U Ciclopu, versione dialettale del testo euripideo, con, oltre a Mollica, Tuccio Musumeci e Turi Ferro, e di Glaucu, riduzione siciliana dell’omonimo testo di Morselli, entrambi di Pirandello, andati in scena al Teatro greco di Tindari con la regia di Andrea Camilleri. Il sodalizio umano e artistico che lega Mollica a Camilleri inizia in Rai, ai tempi in cui lo scrittore, reso poi celebre dalla saga del Commissario Montalbano, era ancora un giovane funzionario, ed è destinato a segnare tappe importanti di un percorso condiviso in tv, in radio e a teatro. Sul piccolo schermo, Mollica raggiunge grande popolarità nel 1972, con l’interpretazione di don Vito Cascio Ferro nello sceneggiato televisivo Joe Petrosino, trasmesso da Raiuno per la regia di Daniele D'Anza, accanto all’attore messinese Adolfo Celi nei panni del protagonista. Dopo Canzonissima, condotto da Pippo Baudo e Loretta Goggi, cui partecipa sull’onda del successo dello sceneggiato, Mollica è ospite di molti altri salotti televisivi, ma anche di trasmissioni radiofoniche. Tra i film in cui lo ritroviamo, ci sono Salvatore Giuliano di Rosi (1962), L’arbitro di D'Amico (1974) con Lando Buzzanca e Joan Collins, Il prefetto di ferro di Squitieri a fianco di Claudia Cardinale e No alla violenza di Tano Cimarosa, entrambi del 1977, Bello mio, Bellezza mia di Corbucci (1982) con la coppia Giannini-Melato e Stefania Sandrelli. La sua carriera artistica è costellata da numerosi premi e riconoscimenti, come il Chianciano, nel 1981, premio della critica radiotelevisiva per la migliore trasmissione culturale dell’anno, ovvero il Mastro Don Gesualdo, andato in onda per 35 puntate su Radio2. È anche autore di libri e dischi.