L’edificio è costituito da tre corpi di fabbrica destinati a funzioni differenti, un teatro con una capienza di 850 posti con quattro platee, un auditorium all’aperto da 250 posti, una biblioteca ed un centro espositivo sul terrazzo. Il progetto venne elaborato dall’ingegnere Aldo d’Amore e dall’architetto Fabio Basile, i quali vinsero il concorso di progettazione nel 1975, anche se l’effettiva realizzazione dell’edificio avvenne nel 2010. La causa di questo ritardo è ascrivibile al ritrovamento di reperti archeologici di epoca romana nel corso degli scavi necessari per la realizzazione dell’opera.
L’isolato 373 del piano regolatore di Messina è ubicato lungo il torrente boccetta ed è servito dalla bretella autostradale che lo collega alla viabilità extraurbana. Vi trova posto il palazzo della cultura intitolato ad Antonello da Messina. L’edificio è costituito da tre corpi di fabbrica destinati a funzioni differenti, un teatro con una capienza di 850 posti con quattro platee, un auditorium all’aperto da 250 posti, una biblioteca ed un centro espositivo sul terrazzo. Il progetto venne elaborato dall’ingegnere Aldo d’Amore e dall’architetto Fabio Basile, i quali vinsero il concorso di progettazione nel 1975, anche se l’effettiva realizzazione dell’edificio avvenne nel 2010. La causa di questo ritardo è ascrivibile al ritrovamento di reperti archeologici di epoca romana nel corso degli scavi necessari per la realizzazione dell’opera. Il linguaggio al quale è informato l’edificio risente del lungo periodo intercorso tra l’ideazione e la realizzazione delle opere, rivelandosi comunque sempre attuale nella ripartizione delle funzioni interne.
L’isolato 373 del piano regolatore di Messina è ubicato lungo il torrente boccetta ed è servito dalla bretella autostradale che lo collega alla viabilità extraurbana. Vi trova posto il palazzo della cultura intitolato ad Antonello da Messina. L’edificio è costituito da tre corpi di fabbrica destinati a funzioni differenti, un teatro con una capienza di 850 posti con quattro platee, un auditorium all’aperto da 250 posti, una biblioteca ed un centro espositivo sul terrazzo. Il progetto venne elaborato dall’ingegnere Aldo d’Amore e dall’architetto Fabio Basile, il cui gruppo, composto anche dal prof. Gaspare de Fiore e Mario Manganaro, vinse il concorso di progettazione nel 1975, anche se l’effettiva realizzazione dell’edificio avvenne nel 2010. La causa di questo ritardo è ascrivibile al ritrovamento di reperti archeologici di epoca romana nel corso degli scavi necessari per la realizzazione dell’opera. Il linguaggio al quale è informato l’edificio risente del lungo periodo intercorso tra l’ideazione e la realizzazione delle opere, rivelandosi comunque sempre attuale nella ripartizione delle funzioni interne. Si tratta di un edificio caratterizzato da ampie superfici vetrate nelle quali si specchiano le forme gotiche della frontistante chiesa di S. Francesco all’Immacolata. L’edificio vede accrescere i propri aggetti al variare di quota realizzando una forma a tronco di piramide rovesciata. La caratterizzazione dell’edificio è affidata alla composizione dei pieni e delle superfici a specchio che risultano costantemente cangianti a seconda della posizione del riguardante che determina le parti che si riflettono. L’ingresso è affiancato da una coppia di pannelli di bronzo disegnati dal professore Gaspare de Fiore che raffigurano simboli che legano la scienza e la ragione all’architettura ed alla rappresentazione. Nell’edificio trovano posto alcuni uffici cittadini oltre ad uno spazio per mostre temporanee localizzato nella hall di ingresso. Gli infissi grigio scuro, con il colore salmone delle superfici lavorate ad intonaco, rendono questa architettura singolare nel suo contesto.