Mariano Cannizzaro è uno dei progettisti che operano nel corso della ricostruzione di Messina a seguito del disastro sismico del 1908. Le fonti che descrivono la vita e la personalità di questo progettista sono assai scarne e le uniche testimonianze del suo pensiero le abbiamo da due pubblicazioni edite nel 1909 ed aventi per oggetto proposte per la ricostruzione della città a seguito del disastro sismico del 1908. Il terremoto del 1908 aveva distrutto la città pertanto lo Stato, nell’intento di ristabilire gli indispensabili presidi istituzionali necessari per il funzionamento amministrativo della città, promulga la legge 13 luglio 1910 n.466 con la quale stanzia un fondo necessario per la realizzazione di tali edifici. Giuseppe Lo Cascio viene incaricato all’interno di una logica secondo la quale i progetti degli edifici pubblici più importanti da realizzarsi in città, dovevano essere attribuiti a progettisti di chiara fama come stabilito dalla legge 28 luglio 1911. E’così che all’architetto Vittorio Mariani viene affidato il progetto dell’edificio delle poste, a Cesare Bazzani la prefettura, a Mariano Cannizzaro l’Intendenza di Finanza, a Marcello piacentini il tribunale, ad Antonio Zanca il municipio, a Camillo Puglisi Allegra la Galleria V. Emanuele, a Giuseppe Castrogiovanni l’edificio del Genio Civile ed a Giuseppe Lo Cascio l’edificio della dogana. Nell’edificio dell’Intendenza di finanza Mariano Cannizzaro predilige uno schema basato su più corpi di fabbrica connessi tra loro da percorsi coperti che connettono i corpi a monte con quelli a valle e da un portico che connette i corpi di fabbrica ad ovest. Il naturale declivio del terreno è risolto con una serie di terrazzamenti sul più alto dei quali insiste un ulteriore edificio connesso con gli altri da un percorso esterno.
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