Isolato 403 del PR di Messina - Palazzo del Governo

Artista: 
Testo Ridotto: 

Il nuovo Palazzo del Governo fu progettato da Cesare Bazzani nel sito nel quale sorgeva il precedente edificio. L’esecuzione dell’edificio fu appaltata alla Federazione delle Società Cooperative di Ravenna nel 1913 che concluse i lavori nel 1915. L’esterno dell’edificio mostra un corpo centrale nel quale è l’ingresso, le cui masse che lo compongono risultano gerarchizzare lo spazio in profondità attraverso un sistema di leggeri avanzamenti del balcone e delle altre masse murarie rispetto alla sagoma dell’edificio così da garantirne la monumentalità pur senza impiegare grandi altezze dei prospetti, il cui sviluppo doveva rispettare i limiti imposti dalla normativa antisismica. I volumi sono riunificati da una zoccolatura in lastre di marmo integrata da parti in stucco che, in corrispondenza delle due soluzioni d’angolo che sottendono ad una sagoma ottagonale lungo la via Garibaldi, evidenziano l’importanza dell’architettura con intonaci decorativi in stucco cementizio.

Testo Medio: 

Il nuovo Palazzo del Governo fu progettato da Cesare Bazzani nel sito nel quale sorgeva il precedente edificio. L’esecuzione dell’edificio fu appaltata alla Federazione delle Società Cooperative di Ravenna nel 1913 che concluse i lavori nel 1915. L’edificio presenta l’ingresso principale su via Garibaldi che risulta enfatizzato da tre cancellate che presentano nodi e motivi decorativi in cui la linea sinuosa del Liberty si confronta con l’eclettismo tipico dell’ottocento. L’esterno dell’edificio mostra un corpo centrale nel quale è l’ingresso, le cui masse che lo compongono risultano gerarchizzare lo spazio in profondità attraverso un sistema di leggeri avanzamenti del balcone e delle altre masse murarie rispetto alla sagoma dell’edificio così da garantirne la monumentalità pur senza impiegare grandi altezze dei prospetti, il cui sviluppo doveva rispettare i limiti imposti dalla normativa antisismica. I volumi sono riunificati da una zoccolatura in lastre di marmo integrata da parti in stucco che, in corrispondenza delle due soluzioni d’angolo che sottendono ad una sagoma ottagonale lungo la via Garibaldi, evidenziano l’importanza dell’architettura con intonaci decorativi in stucco cementizio. Tali stucchi simulano elementi in pietra raffiguranti teste bovine, motivi floreali, ghirlande e cartigli il cui tratto testimonia un’influenza liberty condizionata da un linguaggio ancora accademico.

Testo Esteso: 

Il Palazzo della Prefettura di Messina sorgeva accanto alla chiesa di S. Giovanni di Malta e fu restaurato da Leone Savoja e Giacomo Fiore nel 1877. Subì lievi danni nel terremoto del 1908, ma si ritenne conveniente demolirlo e costruirne uno nuovo che comprendesse anche parte della superficie occupata dalla chiesa che invece aveva subito notevoli danni con il crollo del tetto e dei muri delle navate. Il nuovo Palazzo del Governo fu progettato da Cesare Bazzani nel sito nel quale sorgeva il precedente edificio: l’esecuzione fu appaltata alla Federazione delle Società Cooperative di Ravenna nel 1913 che concluse i lavori nel 1915. Cesare Bazzani progettò entrambi gli edifici posti ai due estremi della via Cavour: il Palazzo del Governo di fronte al porto e all’altra estremità la chiesa di S. Lorenzo (chiesa del Carmine) ai piedi della collina del Tirone, accanto al Tribunale, a concludere prospetticamente la via Cavour. Bazzani progetta la Prefettura tenendo conto della conservazione della tribuna della preesistente chiesa di S. Giovanni di Malta e articolando di conseguenza l’edificio intorno a due cortili di differente estensione. L’edificio presenta l’ingresso principale su via Garibaldi ed è enfatizzato da tre cancellate che presentano nodi e motivi decorativi in cui la linea sinuosa del Liberty si confronta con l’eclettismo tipico dell’ottocento. L’androne d’ingresso distribuisce alle diverse parti dell’edificio attraverso aperture sottolineate dalla presenza di telamoni in stucco e permette il ricovero di mezzi all’interno dell’ampio cortile al quale si accede attraverso un’apertura sormontata da una vetrata colorata con struttura metallica decorata con una stella a otto punte contenuta in un cerchio. L’esterno dell’edificio mostra un corpo centrale nel quale è l’ingresso, le cui masse che lo compongono risultano gerarchizzare lo spazio in profondità attraverso un sistema di leggeri avanzamenti del balcone e delle altre masse murarie  rispetto alla sagoma dell’edificio così da garantirne la monumentalità pur senza impiegare grandi altezze dei prospetti, il cui sviluppo doveva rispettare i limiti imposti dalla normativa antisismica. I volumi sono riunificati da una zoccolatura in lastre di marmo integrata da parti in stucco che, in corrispondenza delle due soluzioni d’angolo che sottendono ad una sagoma ottagonale lungo la via Garibaldi, evidenziano l’importanza dell’architettura con intonaci decorativi in stucco cementizio. Tali stucchi simulano elementi in pietra raffiguranti bucrani, motivi floreali, ghirlande e cartigli il cui tratto testimonia un’influenza liberty condizionata da un linguaggio ancora accademico.

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