Isolato 312 (comp.III) del PR di Messina - Palazzo Savoja

Artista: 
Testo Ridotto: 

Il Palazzo dei Fratelli Cerruti, armatori che ebbero un significativo ruolo nella ricostruzione della città anche in ordine alle speculazioni edilizie, fu costruito dal dicembre 1915 al febbraio 1917, in circa quattordici mesi di lavori serrati. Il progetto venne presentato dalla Società Anonima Italiana “Ferrobeton” a firma dell’architetto Gino Coppedè in relazione al secondo comparto dell’isolato 312. La struttura in muratura confinata con travi e pilastri di cemento armato regge un edificio di forma triangolare con gli angoli arrotondati che prospetta sulla piazza dell’antica chiesa dell’Annunziata dei Catalani e che dalle decorazioni in questa presenti ne viene condizionato.

Testo Medio: 

Il Palazzo dei Fratelli Cerruti, armatori che ebbero un significativo ruolo nella ricostruzione della città anche in ordine alle speculazioni edilizie, fu costruito dal dicembre 1915 al febbraio 1917, in circa quattordici mesi di lavori serrati. Il progetto venne presentato dalla Società Anonima Italiana “Ferrobeton” a firma dell’architetto Gino Coppedè in relazione al secondo comparto dell’isolato 312. La struttura in muratura confinata con travi e pilastri di cemento armato regge un edificio di forma triangolare con gli angoli arrotondati che prospetta sulla piazza dell’antica chiesa dell’Annunziata dei Catalani e che dalle decorazioni in questa presenti ne viene condizionato. L’architetto Coppedè, come infatti accadeva negli edifici che prospettavano su monumenti o piazze importanti, dovette confrontarsi con la preesistenza realizzando una veste dell’edificio consona all’intorno, appunto condizionato dalla presenza della chiesa medievale. L’edificio originario si sviluppava su due livelli fuori terra: un piano botteghe ed un piano nobile originariamente riservati rispettivamente ad una banca di proprietà dei Cerruti e all’abitazione dei proprietari.

Testo Esteso: 

Il Palazzo dei Fratelli Cerruti, armatori che ebbero un significativo ruolo nella ricostruzione della città anche in ordine alle speculazioni edilizie, fu costruito dal dicembre 1915 al febbraio 1917, in circa quattordici mesi di lavori serrati dalla Società Anonima Italiana “Ferrobeton” a firma dell’architetto Gino Coppedè in relazione al secondo comparto dell’isolato 312. La struttura in muratura confinata con travi e pilastri di cemento armato regge un edificio di forma triangolare con gli angoli arrotondati che prospetta sulla piazza dell’antica chiesa dell’Annunziata dei Catalani e che, dalle decorazioni in questa presenti, ne è condizionato. L’architetto Coppedè, come accadeva negli edifici che prospettavano su monumenti o piazze importanti, dovette confrontarsi con la preesistenza realizzando una veste dell’edificio consona all’intorno, appunto condizionato dalla presenza della chiesa medievale. L’edificio originario si sviluppava su due livelli fuori terra: un piano botteghe ed un piano nobile originariamente riservati rispettivamente ad una banca di proprietà dei Cerruti e all’abitazione dei proprietari. Nell’immediato dopoguerra i signori Francesco Savoja e Matilde Savoja vedova Galletti presentano un progetto per la sopraelevazione dell’intero comparto a firma dell’ingegnere Giuseppe Mallandrino che modifica l’originario sistema dei rapporti con la chiesa frontistante che era stata determinante nella realizzazione dell’edificio. Gli intonaci dell’originario piano nobile, come negli altri palazzi di questo periodo, costituivano un apparato decorativo di estrema ricchezza, come si riesce a desumere dai residui ormai ridotti a qualche brandello. Come nel frontistante edificio le partiture lisce dell’intonaco erano segnate con graffiti che ne qualificavano tutta la superficie. Elementi formali raffiguranti granchi, mascheroni prosopomorfi e graffiti qualificavano l’edificio. Le ringhiere dei balconi, realizzate in ferro battuto e chiodato a caldo, sono decorate con motivi già noti - come l’aquila - presente anche nel Palazzo dello Zodiaco. Anche in questo caso esisteva una gerarchizzazione tra il piano delle botteghe e il piano nobile, evidenziata dal colore grigio per il basamento e ocra con numerosi inserti graffiti e colorati in pasta che definivano la facciata dell’edificio sia lungo la via Garibaldi sia lungo il prospetto frontistante l’abside della chiesa dei Catalani. Viene così realizzato un edificio informato ad un linguaggio neomedievale, come può desumersi dalle mensole dei balconi e dalle modanature delle finestre che ancora si conservano, che costituirà riferimento per gli edifici successivi. Il piano sopraelevato presenta oggi un motivo a intreccio di fasce oblique che costituisce un’invenzione posticcia di scarso pregio.

Data Luogo Opera: 
Tag Senza Madre Opera: 
Galleria Immagini: 
QR Code: 

Tag Tipo Opera: