Via Fossata
Prende il nome del fossato delle antiche mura realizzate per volere di Carlo V proprio nei pressi di questo luogo.
La città di Messina conserva memoria dei suoi antichi luoghi e dei suoi personaggi grazie alla toponomastica del centro urbano.
Prende il nome del fossato delle antiche mura realizzate per volere di Carlo V proprio nei pressi di questo luogo.
Dal nome dell’antica fonderia reale, alla quale Carlo V concesse particolari privilegi.
La leggenda vuole che la Fata del ciclo epico cavalleresco di Re Artù si sia stabilita in riva allo Stretto. In realtà, la via prende il nome dal fenomeno ottico osservabile dalle due sponde quando sulle acque del mare è possibile osservare l’immagine delle strade e delle piazze delle due città.
Centro religioso e civile della città, la piazza è stata più volte rifatta in seguito a calamità e nuovi assetti urbanistici. L’ultimo risale alla venuta del pontefice Giovanni Paolo II, in occasione della santificazione di Eustochia Smeralda Calafato (12 maggio 1988).
Prende il nome da Rosa Rosso Donato (1808 - 1867), eroina messinese, artigliera durante i moti del ’48. Durante l’assalto borbonico alla batteria dei Pizzillari, Via T. Cannizzaro odierna, fece saltare una cassa di munizioni uccidendo moltissimi nemici e ferendo gravemente se stessa. Fingendosi morta scappò a Palermo, da cui tornò a Messina, finendo imprigionata, nonostante l’amnistia.