Galleria Santa Marta - Santa Maria

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Testo Ridotto: 

La Galleria Santa Marta-Santa Maria attraversa la città al di sotto della collina del Noviziato e possiede due ingressi. La galleria tradizionalmente attribuita ad epoca borbonica, forse in parte scavata al tempo della realizzazione della Caserma Sabato, ha un accesso (S.Marta) localizzato sulla via Santa Marta e l’altro (S.Maria) lungo la via Giovanni Pascoli, alla confluenza con via Stefano Protonotaro. Ambedue gli ingressi sono curati nei dettagli ma il maggiore è sicuramente quello lungo la via Pascoli che, in corrispondenza, si articola in uno slargo che permette di apprezzare la fattura della porta monumentale. L’epoca di realizzazione è l’anno sedicesimo dell’era fascista (1937) come si può desumere dall’iscrizione in pietra a rilievo posta a destra dell’ingresso di Santa Maria di via Pascoli.

Testo Medio: 

La Galleria Santa Marta-Santa Maria attraversa la città al di sotto della collina del Noviziato e possiede due ingressi. La galleria tradizionalmente attribuita ad epoca borbonica, forse in parte scavata al tempo della realizzazione della Caserma Sabato, ha un accesso (S.Marta) localizzato sulla via Santa Marta e l’altro (S.Maria) lungo la via Giovanni Pascoli, alla confluenza con via Stefano Protonotaro. Ambedue gli ingressi sono curati nei dettagli ma il maggiore è sicuramente quello lungo la via Pascoli che, in corrispondenza, si articola in uno slargo che permette di apprezzare la fattura della porta monumentale. L’epoca di realizzazione è l’anno sedicesimo dell’era fascista (1937) come si può desumere dall’iscrizione in pietra a rilievo posta a destra dell’ingresso di Santa Maria di via Pascoli. Tutta la galleria è voltata a botte e possiede, lungo la sua estensione di circa 440 metri lineari, alcuni ambienti ricavati nel corso del suo sviluppo, su ambedue i lati. La galleria fu utilizzata nel periodo della seconda guerra mondiale come rifugio antiaereo che, specie nell’agosto del 1943, si rivelò di estrema utilità. Messina infatti, subì diverse incursioni aeree e, poiché era una città realizzata in cemento armato, dall’alto sembrava resistere ai bombardamenti perché gli edifici, seppur danneggiati, rimanevano in piedi e ciò induceva gli incursori a non demordere nello sgancio di ordigni esplosivi. In Italia i rifugi antiaerei erano individuati con una R e da eventuali frecce che fungevano da indicatori per segnalare alla popolazione la presenza dei rifugi.

Testo Esteso: 

La galleria Santa Marta/Santa Maria attraversa la città al di sotto della collina del Noviziato e possiede due ingressi. La galleria, forse in parte scavata al tempo della realizzazione della Caserma Sabato, ha un accesso denominato S.Marta localizzato sulla via omonima e l’altro (S.Maria) lungo la via Giovanni Pascoli, alla confluenza con via Stefano Protonotaro. Ambedue gli ingressi sono curati nei dettagli ma il maggiore è sicuramente quello lungo la via Pascoli che, in corrispondenza, si articola in uno slargo che permette di apprezzare la fattura della porta monumentale. L’epoca di realizzazione è l’anno sedicesimo dell’era fascista (1937) come si può desumere dall’iscrizione in pietra a rilievo posta a destra dell’ingresso di Santa Maria di via Pascoli. Tutta la galleria è voltata a botte e possiede, lungo la sua estensione di circa 440 metri lineari, alcuni ambienti ricavati nel corso del suo sviluppo, su ambedue i lati. La galleria fu utilizzata nel periodo della seconda guerra mondiale come rifugio antiaereo che, specie nell’agosto del 1943, si rivelò di estrema utilità. Messina infatti, subì diverse incursioni aeree e, poiché era una città realizzata in cemento armato, dall’alto sembrava resistere ai bombardamenti perché gli edifici, seppur danneggiati, rimanevano in piedi e ciò induceva gli incursori a non demordere nello sgancio di ordigni esplosivi. In Italia i rifugi antiaerei erano individuati con una R e da eventuali frecce che fungevano da indicatori per segnalare alla popolazione la presenza dei rifugi. Questa segnaletica era curata dall’UMPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) che aveva competenza anche sulle operazioni di ricovero e di soccorso. Si ha notizia che nel corso della guerra molte famiglie vissero per diversi mesi all’interno di questa galleria in situazioni di precarietà. L’accesso di Santa Maria si apre su una parete leggermente concava e la ricerca di monumentalità la si riscontra sia nella configurazione formale che prevede l’impiego di due coppie di lesene che inquadrano l’apertura ad arco, sia nell’uso del materiale che impiega lastre di marmo di diverso colore che conferiscono alla struttura un fascino particolare. Il contrasto tra la pietra chiara e quella scura, supportato dall’utilizzo di intonaci a stucco, lavorati a punta di cazzuola nelle porzioni laterali, attribuiscono all’apertura il ruolo di propaganda dell’azione fascista anche attraverso l’attribuzione della paternità dell’opera indicata da un fascio in pietra a rilievo con l’indicazione dell’anno (XVI) della realizzazione.

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