Carmelo Bonanno: Palude, 1975.

Artista: 
Testo Ridotto: 

L’opera appartiene al periodo della maturità del pittore messinese. Il dato naturale, il paesaggio quindi, è qui la partenza per sperimentare una composizione complessa quanto dinamica ed efficace.  Compartita in due grandi zone, la Palude trasuda l’atmosfera stagnante e mefitica degli specchi d’acqua imputriditi su cui le canne sembrano legni carbonizzati. La parte superiore del dipinto, invece, risponde alla fitta trama della palude con la larga superfice pallida del cielo, su cui appare sbiadito un sole allucinato dai reverberi concentrici.

Testo Medio: 

L’opera appartiene al periodo della maturità del pittore messinese. Il dato naturale, il paesaggio quindi, è qui la partenza per sperimentare una composizione complessa quanto dinamica ed efficace.  Compartita in due grandi zone, la Palude trasuda l’atmosfera stagnante e mefitica degli specchi d’acqua imputriditi su cui le canne sembrano legni carbonizzati. La parte superiore del dipinto, invece, risponde alla fitta trama della palude con la larga superfice pallida del cielo, su cui appare sbiadito un sole allucinato dai reverberi concentrici. La Palude di Bonanno rientra nella lunga e splendida storia che ha fatto del paesaggio uno dei temi cruciali dell’arte siciliana. Ragioni storiche e antropologiche possono spiegare questa importante genitura, tuttavia, il tema diventa ancora più centrale nella seconda metà del ‘900, quando una terza via, tra astrattismo realismo, troverà in Sicilia il suo fertile humus. La riscoperta dell’Isola da parte dei media nazionali e internazionali, l’eredità organizzativa e relazionale delle mostre sindacali fasciste, diverranno il trampolino di una riflessione che tra nostalgia, tensioni romantiche e innovazione, testimonierà il grande scontro tra l’antichissima storia di questa terra e le incalzanti spinte della modernità.  Tuttavia, Il catalogo dei pittori siciliani che hanno lavorato con il paesaggio è davvero enorme, ma non è possibile ritenerlo il punto di arrivo della loro arte, quanto, piuttosto, la partenza. Come nel caso di Carmelo Bonanno, il paesaggio è ormai completamente intellettualizzato, le forme della natura sono un pretesto per restituire le impressioni di un luogo ed esercitare un’arte che, pienamente consapevole del mezzo tecnico, può liberarsi in gesti e segni. Come in un’improvvisazione musicale, tutti gli elementi della composizione rimangono in chiave senza sporcare o rovinare il grande equilibrio dell’immagine.

Testo Esteso: 

L’opera appartiene al periodo della maturità del pittore messinese. Il dato naturale, il paesaggio quindi, è qui la partenza per sperimentare una composizione complessa quanto dinamica ed efficace.  Compartita in due grandi zone, la Palude trasuda l’atmosfera stagnante e mefitica degli specchi d’acqua imputriditi su cui le canne sembrano legni carbonizzati. La parte superiore del dipinto, invece, risponde alla fitta trama della palude con la larga superfice pallida del cielo, su cui appare sbiadito un sole allucinato dai reverberi concentrici. La Palude di Bonanno rientra nella lunga e splendida storia che ha fatto del paesaggio uno dei temi cruciali dell’arte siciliana. Ragioni storiche e antropologiche possono spiegare questa importante genitura, tuttavia, il tema diventa ancora più centrale nella seconda metà del ‘900, quando una terza via, tra astrattismo realismo, troverà in Sicilia il suo fertile humus. La riscoperta dell’Isola da parte dei media nazionali e internazionali, l’eredità organizzativa e relazionale delle mostre sindacali fasciste, diverranno il trampolino di una riflessione che tra nostalgia, tensioni romantiche e innovazione, testimonierà il grande scontro tra l’antichissima storia di questa terra e le incalzanti spinte della modernità.  Tuttavia, Il catalogo dei pittori siciliani che hanno lavorato con il paesaggio è davvero enorme, ma non è possibile ritenerlo il punto di arrivo della loro arte, quanto, piuttosto, la partenza. Come nel caso di Carmelo Bonanno, il paesaggio è ormai completamente intellettualizzato, le forme della natura sono un pretesto per restituire le impressioni di un luogo ed esercitare un’arte che, pienamente consapevole del mezzo tecnico, può liberarsi in gesti e segni. Come in un’improvvisazione musicale, tutti gli elementi della composizione rimangono in chiave senza sporcare o rovinare il grande equilibrio dell’immagine. Samperi, Togo, Celi e moltissimi altri artisti messinesi possono essere posti in relazione al profilo di Carmelo Bonanno. Li lega il comune denominatore del modernismo: “L’arte realistica e naturalistica aveva dissimulato i mezzi espressivi, usando l’arte per celare l’arte. Le limitazioni costitutive dei mezzi espressivi della pittura – la superficie piatta, la forma del supporto, le proprietà del colore – erano considerate dai Maestri del passato come fattori negativi e riconosciute solo in modo implicito o indiretto. Nel modernismo si è pervenuti a considerare queste stesse limitazioni come fattori positivi ed esse sono state apertamente riconosciute”[1]. Il modernismo ha scardinato la finzione della pittura come realtà, palesando i mezzi della sua espressione. Una mela di Cezanne non era più una mela, ma una macchia più o meno definita di colore. Secondo questa visione è possibile leggere le opere di Carmelo Bonanno e riposizionarle nel più grande scenario della Sicilia contemporanea. Nel secondo dopoguerra l’Isola entra definitivamente nell’orbita della modernità: il patrimonio culturale e paesaggistico trova negli artisti gli alfieri di un rinnovamento della società che ancora oggi risulta incompleto e stentoreo. In questo senso, il profilo agile, spigliato, eclettico quanto tecnicamente strutturato di Carmelo Bonnano, risuona ancora in questa piccola sinfonia di un fascino e di una freschezza inalterati.

 




[1] Clement Greenberg, Pittura modernista, 1961 in Alle origini dell’opera d’arte contemporanea, a cura di Giuseppe Di Giacomo e Claudio Zambianchi, Bari, 2008, p.85.

 

Galleria Immagini: 
Gallerie Immagini Secondarie: 

Gallerie Opere Carmelo Bonanno

  • Carmelo Bonanno: Periferia, 1970, olio su tela, 30 x 24 cm.
  • Carmelo Bonanno: Paesaggio, 1980, olio su tela, 20 x 15 cm.
  • Carmelo Bonanno: Nasce ancora un fiore, 1985, olio su tela, 45 x 31 cm.
  • Carmelo Bonanno: Tramonto, 1985, olio su tela, 30 x 20 cm.
  • Carmelo Bonanno: Canto al tramonto, 1986, olio su tela, 30 x 20 cm.
Credits: 
Courtesy Intilla editore
Data Luogo Opera: 
Tag Principali: 
QR Code: 

Tag Tipo Opera: