Questo fumetto rappresenta la prima esperienza come autrice completa di Michela De Domenico che, su incoraggiamento dell’editore, scrive anche i testi. Il disegno è meno spigoloso che in passato, risultando più plastico nelle forme, più sicuro e dettagliato negli sfondi, con un maggiore bilanciamento tra il bianco e le campiture di nero. Nelle inquadrature, predilige diversificare campi e controcampi, alternando primi piani a campi lunghi e medi. Rispetto all’asimmetria e all’irregolarità di altre produzioni precipuamente avveniristiche, si evince una marcata ricerca di armonia e di equilibrio nella distribuzione degli elementi della tavola.
Storia romantico/fantastica, liberamente ispirata al racconto La sirena di Tomasi di Lampedusa, segna l’inizio del pregevole interessamento dell’autrice per le storie tutte “siciliane” che a questa faranno seguito. Del racconto originario di Tomasi di Lampedusa, il fumetto ne conserva il nucleo centrale, i luoghi e i protagonisti principali, trasponendo temporalmente in avanti il periodo storico che giunge fino ai giorni nostri. Sullo sfondo di una Torino grigia, la storia si snoda incentrandosi sul rapporto tra un vecchio professore di greco e un giovane studente universitario, Paolo, che dall’insigne grecista riceve le ripetizioni. Lo sviluppo di un dialogo tra queste due personalità all’apparenza contrapposte, burbero e scorbutico uno - indolente e pigro l’altro, troverà un trait d’union nella loro comune origine siciliana. Da questa scintilla, la fusione emotiva tra i due personaggi si alimenta e si cementifica lungo un racconto di giovinezza del professore che, quando era ancora studente universitario in Sicilia, incontrò Lighea, sirena di cui si innamorò perdutamente e dalla quale fu poi abbandonato per far ritorno al suo popolo. Il momento di massimo apogeo narrativo giunge quando Paolo scopre che il professore è scomparso durante una crociera nel Mar Egeo, comprendendo che in realtà egli è andato incontro alla sua Lighea.
Questo fumetto rappresenta la prima esperienza come autrice completa di Michela De Domenico che, su incoraggiamento dell’editore, scrive anche i testi. Il disegno è meno spigoloso che in passato, risultando più plastico nelle forme, più sicuro e dettagliato negli sfondi, con un maggiore bilanciamento tra il bianco e le campiture di nero. Nelle inquadrature, predilige diversificare campi e controcampi, alternando primi piani a campi lunghi e medi. Rispetto all’asimmetria e all’irregolarità di altre produzioni precipuamente avveniristiche, si evince una marcata ricerca di armonia e di equilibrio nella distribuzione degli elementi della tavola.
Storia romantico/fantastica, liberamente ispirata al racconto La sirena di Tomasi di Lampedusa, segna l’inizio del pregevole interessamento dell’autrice per le storie tutte “siciliane” che a questa faranno seguito. Del racconto originario di Tomasi di Lampedusa, il fumetto ne conserva il nucleo centrale, i luoghi e i protagonisti principali, trasponendo temporalmente in avanti il periodo storico che giunge fino ai giorni nostri. Sullo sfondo di una Torino grigia, la storia si snoda incentrandosi sul rapporto tra un vecchio professore di greco e un giovane studente universitario, Paolo, che dall’insigne grecista riceve le ripetizioni. Lo sviluppo di un dialogo tra queste due personalità all’apparenza contrapposte, burbero e scorbutico uno, indolente e pigro l’altro, troverà un trait d’union nella loro comune origine siciliana. Da questa scintilla, la fusione emotiva tra i due personaggi si alimenta e si cementifica lungo un racconto di giovinezza del professore che, quando era ancora studente universitario in Sicilia, incontrò Lighea, sirena di cui si innamorò perdutamente e dalla quale fu poi abbandonato per far ritorno al suo popolo. Il momento di massimo apogeo narrativo giunge quando Paolo scopre che il professore è scomparso durante una crociera nel Mar Egeo, comprendendo che in realtà egli è andato incontro alla sua Lighea.