Teatro di prosa

Due passi sono

Lo spettacolo segna il debutto della compagnia Carullo-Minasi, inaugurando la trilogia di testi che i due giovani autori-attori dedicano a Platone attraversando i temi dell’amore, del sacro e dell’arte. In qualità di autori, registi e interpreti, Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi evocano, con toni poetici e un’atmosfera fiabesca al limite tra realtà e sogno, la storia di due piccoli esseri umani, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, che si ritrovano sul grande palco dell’esistenza. Due passi sono conquista il Premio Scenario per Ustica 2011, il Premio In Box 2012 e il Premio Internazionale Teresa Pomodoro 2013, oltre ad essere finalista al Premio Museo Cervi “Resistenze” 2012 e al Premio Le Voci dell’Anima 2013.

I carabinieri

I carabinieri (primo titolo I soldati conquistatori), che rappresenta l’opera teatrale più nota nella produzione joppoliana, è un amaro apologo sull’inutilità della guerra e della violenza bellica, espressa in chiave parodica e anti-realistica. Il testo conosce, oltre a diverse rappresentazioni (tra cui quella del 1962 al Festival dei Due Mondi di Spoleto per l’unica regia teatrale di Roberto Rossellini, con scene di Renato Guttuso, interpreti Turi Ferro, Pupella Maggio, Gastone Moschin), anche la riduzione cinematografica di Jean Luc Godard (Les carabiniers, 1963, su soggetto di Rossellini). 

La festa

Primo testo interamente in italiano, realizzato dopo Nunzio e Bar, La festa è considerato dalla critica come uno spartiacque nella produzione di Spiro Scimone e Francesco Sframeli, che costruiscono un interno familiare isterico e raggelante, declinando un persistente senso di disagio su tre personaggi e la loro grigia quotidianità. L’allestimento scenico essenziale contribuisce, come i dialoghi, scarnificati in battute brevissime, a celebrare un milieu assurdo in cui la drammaturgia, con la propria peculiare cifra, si colloca. Oltre alla coppia Scimone-Sframeli, la terza presenza in scena è quella di Gianluca Cesale. La regia è di Gianfelice Imparato.

L'angoscia delle macchine

L’angoscia delle macchine, primo anello di una trilogia drammaturgica che comprende anche Raun e La mascherata degli impotenti, rappresenta una stravagante società fondata sul contrasto tra il principio maschile e quello femminile. Il testo, che avrebbe dovuto essere tradotto da Tzara in francese, venne pubblicato in tedesco sulla rivista «Der Sturm» nel 1925. 

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