scultura

Scultura

Giuseppe Brancato:Pietre senza tempo, 1998.

La scultura è stata presentata in occasione della mostra Volti e Risvolti tenutasi al Vittorio Emanuele nel dicembre 2006. Nel testo critico dell’evento, Lucio Barbera rivela la singolare prassi seguita da Brancato per realizzare la serie di volti di cui fa parte quest’opera. L’artista, infatti, scolpisce pietre recuperate dai cantieri, o scovate lungo gli arenili dei torrenti o semplicemente rinvenute per strada. Uno stile sintetico, insieme arcaico e moderno, modella la pietra, in questo caso arenaria, con effetti di grande eloquenza.

Egidio De Fichy: Don Saro, 1934.

Nel 1929, alcuni anni dopo la morte di Giovanni Scarfì, nonno e primo maestro di De Fichy, Egidio si arruola nella Regia Marina, lasciando l’Isola. Torna quindi a Messina nel 1934, entrando nello studio di Antonio Bonfiglio. Don Saro è una sintesi del plasticismo monumentale del maestro e del verismo vivace che contraddistinguerà tutta la sua produzione. Il magnifico ritratto sarà premiato con la borsa di studio Tommaso Aloysio Juvara, consentendo al giovane De Fichy di trasferirsi a Roma per perfezionare la sua arte.  

Linda Schipani: Esecuzione sospesa, 2009.

“Il trittico partecipa con maturità al clima post concettuale che continua e rifunzionalizzare, sulla scorta di una tradizione che risale ai protagonisti del dada internazionale, scarti industriali a fini artistici e, nello specifico, a rendere metaforicamente il simbolo del patibolo in uno alla illusione della rinascita” con queste motivazioni l’opera vince il Premio Arte Contemporanea 2009 indetto dalla Provincia Regionale di Messina. Fanno parte della giuria: Teresa Pugliatti, Caterina di Giacomo, Bruno Samperi e Giuseppe Filistad.  Creazione paradigmatica per la comprensione della poetica di Linda Schipani, l’opera è stata presentata nel 2008 alla Candid Trust Galleries di Londra e al Museo Doria Pamphilj di Valmontoe. 

Stello Quartarone: Mutamenti della Materia, 2013.

Mutamenti della Materia è il nome della mostra tenutasi nel marzo del 2013 al Monte di Pietà di Messina.  Personale vastissima, con più di 140 opere, è da considerarsi un punto d’osservazione privilegiato per comprendere l’estetistica fantasmagorica di Stello Quartarone. Il nome dell’evento si riferisce a tutte le trasformazioni che l’artista ha ottenuto dalla distillazione di catrami, a loro volta derivati dalla decomposizione di sostanze organiche.

Antonello Arena: Magma, 2012.

L’opera è stata presentata alla mostra Elettroresine, tenutasi tra il febbraio e il marzo del 2012 al Monte di Pietà di Messina. Si tratta di un blocco di resina a forma di secchiello in cui sono state immerse centinaia di lampadine e dei led, in una sorta d’imbalsamazione chimica che è poi il leitmotiv dell’intera mostra. Operazione di pop art, tra stile vintage e tensione verso il design, non rinuncia però all’effetto estetico, modernamente accattivante.

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