Il progetto dell’attuale scuola tecnica industriale è stato redatto dall’allora preside ingegnere Quirino Parolini che per molti anni dovette dirigere la scuola da sedi provvisorie, mentre vari problemi di ordine amministrativo e logistico rendevano difficoltoso il reperimento dell’area di sedime sulla quale doveva sorgere l’edificio della scuola tecnica. La scuola era stata ospitata in plessi temporanei e la guerra aveva reso ancora più difficoltoso il reperimento delle risorse da destinare a quest’opera. Importante fu la pervicacia del preside che si fece latore delle istanze della scuola tecnica arrivando perfino ad elaborare il progetto con tutte le varianti richieste per essere adattato nell’area degli isolati 126, 138 e 148 che, per le necessità di continuità delle aule destinate alla didattica con quelle destinate ai laboratori, sono stati unificati in un unico plesso.
Il progetto dell’attuale scuola tecnica industriale è stato redatto dall’allora preside ingegnere Quirino Parolini che per molti anni dovette dirigere la scuola da sedi provvisorie, mentre vari problemi di ordine amministrativo e logistico rendevano difficoltoso il reperimento dell’area di sedime sulla quale doveva sorgere l’edificio della scuola tecnica. La scuola era stata ospitata in plessi temporanei e la guerra aveva reso ancora più difficoltoso il reperimento delle risorse da destinare a quest’opera. Importante fu la pervicacia del preside che si fece latore delle istanze della scuola tecnica arrivando perfino ad elaborare il progetto con tutte le varianti richieste per essere adattato nell’area degli isolati 126, 138 e 148 che, per le necessità ci continuità delle aule destinate alla didattica con quelle destinate ai laboratori, sono stati unificati in un unico plesso. Il fabbricato progettato dall’ingegnere Parolini crea una gerarchizzazione delle facciate differenziando le diverse parti del fabbricato attraverso l’utilizzo di differenti materiali che, in qualche modo, proiettano sulle facciate esterne le diverse destinazioni funzionali. La facciata maggiormente estesa è posta lungo la via Ugo Bassi e risulta caratterizzata a sud da una fitta successione di paraste che denunciano all’esterno la struttura dell’edificio e ne scandiscono il passo, mentre il lato nord alterna specchiature lisce rifinite ad intonaco con superfici in laterizio apparecchiati con tecnica isodoma.
Il progetto dell’attuale Istituto Tecnico Industriale, la cui costruzione ebbe luogo a partire dal secondo dopo guerra, è opera del preside dello stesso istituto ingegner Quirino Parolini che per molti anni diresse la scuola da sedi provvisorie, mentre vari problemi di ordine amministrativo e logistico rendevano difficoltoso il reperimento dell’area di sedime sulla quale doveva sorgere l’edificio della scuola tecnica. La scuola era stata ospitata in plessi temporanei e la guerra aveva reso ancora più difficoltoso il reperimento delle risorse da destinare a quest’opera. Importante fu la pervicacia del preside che si fece latore delle istanze della scuola tecnica arrivando perfino ad elaborare il progetto con tutte le varianti richieste per essere adattato nell’area degli isolati 126, 138 e 148 che, per le necessità di continuità delle aule destinate alla didattica con quelle destinate ai laboratori, sono stati unificati in un unico plesso. Il fabbricato crea una gerarchizzazione delle facciate differenziando le diverse parti del fabbricato attraverso l’utilizzo di differenti materiali che, in qualche modo, proiettano sulle facciate esterne le diverse destinazioni funzionali. La facciata maggiormente estesa è posta lungo la via Ugo Bassi e risulta caratterizzata a sud da una fitta successione di paraste che denunciano all’esterno la struttura dell’edificio e ne scandiscono il passo, mentre il lato nord alterna specchiature lisce rifinite ad intonaco con superfici in laterizio apparecchiati con tecnica isodoma. L’ingresso è sottolineato da un’ampia pensilina con veletta retta da colonne binate a sezione ottagonale sopra la quale insiste un ampio finestrone suddiviso in più piccoli rettangoli per mezzo di cordoli, orizzontali e verticali, in cemento armato cui corrisponde, al piano dell’ingresso, uno scalone che raggiunge il cancello della scuola in vetro e metallo. Il linguaggio utilizzato risente del ritardo con il quale l’edificio è stato realizzato, anche se i materiali non sono quelli utilizzati nel periodo razionalista. L’unica concessione alla decorazione è costituita da una composizione in sette cerchi concentrici di mattoni il cui cerchio minore racchiude una superfice ricoperta da intonaco mentre il cerchio maggiore è scandito da dodici elementi in travertino. Il plesso è ancora oggi sede dell’Istituto Industriale “Verona Trento”.