L’area dell’isolato 201 del Piano Borzi è occupata da due villini gemelli lungo la via Tommaso Cannizzaro e da un corpo di fabbrica che prospetta nella retrostante via Todaro. I due villini gemelli furono realizzati su progetto dall’ing. Guido Viola nel 1916. La realizzazione dei due villini fu affidata all’Unione Edilizia Messinese che realizzò anche diversi altri fabbricati lungo l’argine destro del torrente Portalegni.
L’area dell’isolato 201 del Piano Borzi è occupata da due villini gemelli lungo la via Tommaso Cannizzaro e da un corpo di fabbrica che prospetta nella retrostante via Todaro. I due villini gemelli furono realizzati su progetto dall’ing. Guido Viola nel 1916. La realizzazione dei due villini fu affidata all’Unione Edilizia Messinese che realizzò anche diversi altri fabbricati lungo l’argine destro del torrente Portalegni. I due fabbricati sono circondati da un giardino padronale e sorgono con i fronti arretrati rispetto all’allineamento degli altri edifici limitrofi, costituendo una felice soluzione poco praticata nella città della ricostruzione. I due villini, dotati di seminterrato, hanno un livello fuori terra ed insistono su un basamento che ne stacca i volumi dal terreno permettendo al tempo stesso di assecondare convenientemente il dislivello dovuto alla differenza di quota tra le due estremità dell’isolato lungo la via Tommaso Cannizzaro.
L’area dell’isolato 201 del Piano Borzi è occupata da due villini gemelli lungo la via Tommaso Cannizzaro e da un corpo di fabbrica che prospetta nella retrostante via Todaro. I due villini gemelli furono realizzati su progetto dall’ing. Guido Viola nel 1916. La realizzazione dei due villini fu affidata all’Unione Edilizia Messinese che realizzò anche diversi altri fabbricati lungo l’argine destro del torrente Portalegni. I due fabbricati sono circondati da un giardino padronale e sorgono con i fronti arretrati rispetto all’allineamento degli altri edifici limitrofi, costituendo una felice soluzione poco praticata nella città della ricostruzione. I due villini, dotati di seminterrato, hanno un livello fuori terra ed insistono su un basamento che ne stacca i volumi dal terreno permettendo al tempo stesso di assecondare convenientemente il dislivello dovuto alla differenza di quota tra le due estremità dell’isolato lungo la via Tommaso Cannizzaro. Il linguaggio utilizzato manifesta un eclettismo latente mescolando elementi neogotici con elementi liberty in una configurazione formale che viene arricchita da elementi decorativi in corrispondenza degli elementi notevoli dei due complessi. Come detto, ciascuno dei due fabbricati è isolato sui quattro lati e possiede nell’angolo nord est una torretta che contiene il corpo scala e che funge da cerniera rispetto al dispiegarsi dei volumi del fabbricato lungo il fronte della via T. Cannizzaro e quello ortogonale di via Madonna della Mercede. L’edificio, la cui pianta si articola lungo un corridoio a T che distribuisce ai diversi ambienti, consente la presenza di due accessi alla cellula edilizia che permettono una buona funzionalità degli spazi interni. Le finiture esterne sono realizzate con intonaci decorativi a stucco di cemento e riproducono forme influenzate dal liberty con concessioni ad elementi del quattrocento siciliano ed a realizzazioni zoomorfe. Anche in questo caso un intervento non filologicamente corretto ha provveduto a modificare la caratterizzazione originaria delle superfici che veniva affidata all’impiego di impasti cementizi addizionati a polveri e graniglie di marmo.