Nell'area dell'isolato 96 del PR di Messina insistono diverse costruzioni della città preterremoto, alcune delle quali recentemente crollate. Nell'area insisteva una necropoli che è stata assoggettata a scavo archeologico in modo frammentario. A seguito di questa attività sono venute alla luce diverse tombe, la più mastodontica delle quali si trova conservata sotto la scalinata che conduce dalla via C. Battisti alla via Degli Orti.
L'isolato 479A è stato realizzato dopo il terremoto del 1908 ma possiede alcuni elementi dell'edifico che in precedenza insisteva nello stesso sito, non escluso anche il riutilizzo di alcune murature. Un esempio evidente è il portale di ingresso al chiostro ed il controportale presente nel chiostro interno. E' evidente anche la sopraelevazione effettuata successivamente senza alcun rispetto per la preesistenza.
L'isolato 478 è conosciuto come "case Cicala" e si estende lungo la via Garibaldi. Si tratta di una tipologia tipica dell'ottocento messinese che prevede il piano terra adibito a botteghe dotate di mezzanini ed un piano nobile. Originariamente l'edificio era più alto, come può desumersi ancora dalla presenza delle mensole al di sopra delle aperture del piano nobile che reggevano i balconi del piano superiore, ma per effetto della normativa antisismica del periodo fu demolito l'intero piano sovrastante il piano nobile.
L'edilizia preterremoto che insiste in parte dell'isolato 310 sorge lungo la via I Settembre ed occupa cinque campate dell'intero edificio. Tale edificio risulta l'unico del quale si è potuto riscontrare il progetto di adeguamento ai dettami della normativa del 1909 che prevedeva di intelaiare le strutture in muratura con gabbie di cemento armato. Purtroppo la differenza delle proprietà ha fatto sì che ciascuno intervenisse con una propria logica e che gran parte degli elementi decorativi andassero perduti nel corso di tali lavori. La tipologia manifesta un piano botteghe dotato di mezzanino (nell'immaginario collettivo nota come "casa e putìa", cioé casa e bottega per indicare la concentrazione di interessi nello stesso luogo) ed un piano nobile sovrastante. La copertura è realizzata con tetto a falde.
L'edilizia preterremoto presente nell'isolato 144 riguarda una porzione che sorge lungo la via Risorgimento. La tipologia è quella tipica delle botteghe dotate di mezzanino e di un piano nobile soprastante. Dalla mancanza di intonaci si nota l'assenza di una struttura in cemento armato tipica della ricostruzione post terremoto, inoltre la presenza di mattoni catalogabili come precedenti al terremoto contribuisce ad individuarne l'epoca di costruzione.
L'isolato 134, lungo la via Risorgimento costituisce una delle sopravvivenze preterremoto della città di Messina. Anche questo si presenta totalmente ricoperto da intonaco così da non manifestare la sua vetustà. Tuttavia la forma e la disposizione delle finestre ne denunciano l'epoca di realizzazione successiva all'adozione del Piano Regolatore Morabello-Spadaro-Benincasa che pianificava tutta l'area a sud di Piazza Cairoli.
Il fabbricato in via Grattoni sorge lungo il perimetro esterno delle mura della città in continuità con un'edilizia in qualche caso coeva, i altri posteriore al terremoto. Si tratta di una piccola architettura che è in grado di dare alcune conferme circa i materiali utilizzati prima del disastro tellurico nonché sulla tipologia diffusa prima del 1908.
Questo edificio ha una pianta rettangolare con angoli smussati che ne costituiscono la caratteristica più evidente. Probabilmente realizzato negli anni successivi all'Unità d'Italia, forse su un preesistente edificio militare posto all'esterno delle mura della città.