Tappa - Don Giovanni D’Austria
Nella centralissima via Lepanto si incrociano le testimonianze del passato e della modernità insieme ad alcuni esempi di buona cucina messinese
La città di Messina è stata riccamente abbellita durante la sua prolifica storia. Dall’allievo di Michelangelo, Giovannangelo Montorsoli agli epici episodi della scultura del Novecento, Messina di Marmo è un viaggio monumentale intorno ai capolavori di quest’arte di pietra e bronzo.
Nella centralissima via Lepanto si incrociano le testimonianze del passato e della modernità insieme ad alcuni esempi di buona cucina messinese
Il centro della vita artistica della città è rappresentato dal Teatro Vittorio Emanuele che, nonostante i pesanti lavori di ristrutturazione subiti durante la seconda metà del Novecento, ancora oggi è uno dei più pregevoli esempi dell'architettura cittadina prima del catastrofico terremoto del 1908.
Costruito per volontà di Re Ferdinando II di Borbone nel 1842, il Teatro era un tempio denominato di S. Elisabetta. Progettato dall’architetto napoletano Pietro Valente in stile Neoclassico, cambiò nome dopo l’Unità. Danneggiato dal terremoto del 1908, venne restaurato solo nel 1980. Pregevole il gruppo marmoreo del “Tempo che scopre la Verità a Messina”in facciata, opera dello scultore messinese Saro Zagari, mentre al suo interno è possibile ammirare il "Colapesce" (1985) di Renato Guttuso.
La monumentale fontana di Giovannangelo Montorsoli davanti al Palazzo del Governo sorveglia uno degli scorci urbanistici e paesaggistici più belli della città.
Al centro dell'antico quartiere del Torrente Boccetta la fresca acqua della fontana Arena sgorga ancora oggi.