Museo Epicentro è una collezione di “mattonelle dipinte” realizzate dai maggiori artisti italiani contemporanei. Il progetto del museo è di Nino Abate, atleta, poi artista e mecenate che dalla fine degli anni ’80, prima con un’associazione e poi con il Museo di Gala ha lavorato a questo ambizioso quanto singolare progetto. La collezione è oggi è un punto di riferimento per l’arte contemporanea siciliana, ma come spesso accade in queste avventure ambiziose e singolari, non è stato sempre così.
Museo Epicentro è una collezione di “mattonelle dipinte” realizzate dai maggiori artisti italiani contemporanei. Il progetto del museo è di Nino Abate, atleta, poi artista e mecenate che dalla fine degli anni ’80, prima con un’associazione e poi con il Museo di Gala ha lavorato a questo ambizioso quanto singolare progetto. La collezione è oggi è un punto di riferimento per l’arte contemporanea siciliana, ma come spesso accade in queste avventure ambiziose e singolari, non è stato sempre così. E’ lo stesso Nino Abbate a raccontarlo in un documentato e piacevole libro: “Un tributo all’arte”, stampato nel 2011 dall’Epicentro per raccontare al pubblico la storia interessante e complessa di questa esperienza artistica. La città di Barcellona, la ribellione di un uomo volitivo contro l’asfittico clima della provincia, la determinazione cocciuta e una dose di sfacciata fortuna, sono gli elementi di questa storia sicilianissima dalla valenza paradigmatica. Nino Abbate ci arriva per gioco, trasformando un pacco di mattonelle in un “Muro Poetico”. Aveva scritto sul cotto delle piastrelle delle poesie, decorando l’esterno della sede dell’associazione Epicentro. Tuttavia, già nel 1994 Abbate ha raccolto un cospicuo numero di mattonelle grazie ai suoi contatti con gli artisti siciliani. La mostra si chiamerà I Esposizione d’Arte su Mattonelle “Artisti per Epicentro”, la prima di diciannove esposizioni. Il Museo con i suoi mille pezzi è oggi una sorta di catalogo sistematico delle principali correnti artistiche contemporanee. Sono presenti gli artisti: Isgrò, Sughi, Accardi, Borgonzoni, Treccani, Guccione, Bonalumi, Mondino, Messina, Caruso, Dorfles, Consagra, Perilli, Cascella, Ceroli, Baruchello, Nagasawa e molti altri, in una sorta di percorso storiografico e didattico che ha il grande merito di coniugare il “discorso” della “grande” arte, con la tradizione artigianale siciliana. Il Museo non è solo interessante per la ricchezza e l’autorevolezza dei suoi contributi ma proprio perché percorre una strada di dialogo e di collegamento con la produzione “alta” dell’arte contemporanea con quella fattuale e artigianale della produzione ceramica.
Museo Epicentro è una collezione di “mattonelle dipinte” realizzate dai maggiori artisti italiani contemporanei. Il progetto del museo è di Nino Abate, atleta, poi artista e mecenate che dalla fine degli anni ’80, prima con un’associazione e poi con il Museo di Gala ha lavorato a questo ambizioso quanto singolare progetto. La collezione è oggi è un punto di riferimento per l’arte contemporanea siciliana, ma come spesso accade in queste avventure ambiziose e singolari, non è stato sempre così. E’ lo stesso Nino Abbate a raccontarlo in un documentato e piacevole libro: “Un tributo all’arte”, stampato nel 2011 dall’Epicentro per raccontare al pubblico la storia interessante e complessa di questa esperienza artistica. La città di Barcellona, la ribellione di un uomo volitivo contro l’asfittico clima della provincia, la determinazione cocciuta e una dose di sfacciata fortuna, sono gli elementi di questa storia sicilianissima dalla valenza paradigmatica. Nino Abbate ci arriva per gioco, trasformando un pacco di mattonelle in un “Muro Poetico”. Aveva scritto sul cotto delle piastrelle delle poesie, decorando l’esterno della sede dell’associazione Epicentro. Tuttavia, già nel 1994 Abbate ha raccolto un cospicuo numero di mattonelle grazie ai suoi contatti con gli artisti siciliani. La mostra si chiamerà I Esposizione d’Arte su Mattonelle “Artisti per Epicentro”, la prima di diciannove esposizioni. Il Museo con i suoi mille pezzi è oggi una sorta di catalogo sistematico delle principali correnti artistiche contemporanee. Sono presenti gli artisti: Isgrò, Sughi, Accardi, Borgonzoni, Treccani, Guccione, Bonalumi, Mondino, Messina, Caruso, Dorfles, Consagra, Perilli, Cascella, Ceroli, Baruchello, Nagasawa e molti altri, in una sorta di percorso storiografico e didattico che ha il grande merito di coniugare il “discorso” della “grande” arte, con la tradizione artigianale siciliana. Il Museo non è solo interessante per la ricchezza e l’autorevolezza dei suoi contributi ma proprio perché percorre una strada di dialogo e di collegamento con la produzione “alta” dell’arte contemporanea con quella fattuale e artigianale della produzione ceramica. “Esso rende vivo e attuale il rapporto tra creatività artistica e fattualità artigiana, una relazione che nell’opera viene sempre esaltata. Riuscire a concentrare il proprio universo immaginativo in una mattonella di ceramica può rivelarsi un processo virtuoso in grado di accentuare i propri elementi rappresentativi senza violare la costituzione materiale del manufatto ceramico”[1]. Si tratta di un’esperienza molto singolare, anche a livello nazionale, e particolarmente importante per il territorio siciliano. La storia della sua genesi, la peculiarità del suo inventore e la sorte difficile del Museo sono da considerarsi come dei paradigmi della complessità del nostro territorio e della difficoltà della classe dirigente di accompagnare i processi virtuosi. Il Museo, infatti, è stato oggetto di un’ordinanza di demolizione (28.02. 2001) perché parte della superficie espositiva è stata considerata un abuso edilizio. La vicenda fa il paio con quella, altrettanto nota, di Fiumara d’Arte, e documenta le grandi difficoltà degli apparati amministrativi di riconoscere le esperienze culturali del territorio come patrimonio della comunità e non come singola, irregolare ed estrosa esperienza individuale. A undici anni della sua fondazione ufficiale Museo Epicentro costituisce un’avventura importante all’interno del precario mondo museale espositivo siciliano. Forse, in questo senso, la volontà di chi l’ha generato, il processo di rivitalizzazione che l’Epicentro ha avviato per la “dimenticata” quanto suggestiva frazione di Gala, costituisce l’unico modello d’impresa culturale possibile, analogamente a quanto sta brillantemente avvenendo al Farm Cultural Park di Favara. In un momento particolarmente critico per l’Isola, a causa delle sue condizione economiche e dell’inadeguatezza dei suoi apparati di governo, le esperienze private, fatte di passione, investimenti, impegno e vera follia rappresentano le uniche vie d’uscita per un territorio, altrimenti, bloccato nell’immobilismo del fatalismo e della peste burocratica.
[1] Vittorio Fagone in Nino Abbate, Un Tributo all’arte: Come nasce la collezione d’arte su mattonelle, Museo Epicentro, Gala di Barcellona, 2011.