PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Gli edifici che insistono lungo la scalinata di S. Barbara sono stati realizzati sopra le mura della città volute da Carlo V presumibilmente a partire dal tardo settecento. Si tratta di un’edilizia povera realizzata in estrema economia che, probabilmente per la localizzazione, ha subito lievi danneggiamenti a causa del terremoto del 1908. Osservando alcune cellule edilizie è possibile notare tentativi di incordolatura con travi e pilastri di cemento armato che in atto sono ormai in avanzato stato di degrado.
Prende il nome da Rosa Rosso Donato (1808 - 1867), eroina messinese, artigliera durante i moti del ’48. Durante l’assalto borbonico alla batteria dei Pizzillari, Via T. Cannizzaro odierna, fece saltare una cassa di munizioni uccidendo moltissimi nemici e ferendo gravemente se stessa. Fingendosi morta scappò a Palermo, da cui tornò a Messina, finendo imprigionata, nonostante l’amnistia.
Il terzo comparto dell’isolato 305 fu realizzato su progetto dell’ingegnere Enrico Fleres il quale adottò un linguaggio consono all’importanza delle strade sulle quali prospettava l’edificio. Il palazzo dell’arcivescovado è dotato di due ingressi: il primo su via Garibaldi ed il secondo su via I Settembre. Il lotto sul quale sorge l’edificio ha una lieve differenza di quota che viene recuperata, in corrispondenza del secondo ingresso, attraverso una scalinata che conduce al piano di calpestio rialzato.
Nel 1970 viene realizzato il progetto dell’architetto Filippo Rovigo che utilizza un linguaggio decisamente moderno. Lo schema funzionale dell’organismo architettonico prevede un’aggregazione di spazi in cui viene sviluppata in alto la zona di riposo ed in basso le zone destinate alla meditazione. Lo spazio per la residenza si raccorda con la biblioteca per mezzo di uno spazio porticato caratterizzato dall’impiego di esili pilastri in c.a. che scandiscono l’intera facciata. Il modulo rettangolare è determinato dalla successione dei pilastri della struttura del porticato e dai solai di interpiano che privilegiano la regolarità cercando di mostrare un gioco di pieni, attraverso l’impiego di una balaustra in c.a., di vuoti che contrappongono una parcellizzazione delle superfici in piccoli rettangoli ruotati rispetto all’originaria matrice, e di quadrati corrispondenti ai vuoti determinati dall’arretramento del filo della parete rispetto al piano delle balaustre che interrompono l’orizzontalità delle balconate.