pittura

Pittura

Distrart_Manuela Caruso, in arte MaCa: “Giardini Pensili a Capo Peloro. Idee per un futuro“, 2015.

Il Pilone e l’area di Torre Faro son il tema di questa pensilina realizza da Manuela Caruso. Capo Peloro con il suo passato mitico, vi sorgeva un tempo dedicato a Nettuno con relativo Faro, è l’ingresso naturale allo Stretto di Messina e la porta della Sicilia. L’opera pone l’accento sulla necessità di una riqualificazione dell’intera zona nell’ottica di una fruizione di una riappropriazione identitaria

Distrart_Manuela Caruso, in arte MaCa": “Mia Mata e Nostro Grifone”, 2015.

Nelle due pensiline lato “monte”, Manuela Caruso realizza due ritratti che sono due personali interpretazioni dei leggendari progenitori medievali della città: Mata e Grifone, amanti di un epoca lontana, uniti dall’amore nonostante le differenze etniche e religiose. Seguendo le tracce dei “Giganti”, le due opere di MaCa si caricano di uno speciale, contemporaneo significato. Grifone dalla testa laureata è un fortissimo e attualissimo messaggio contro la discriminazione, mentre la Mata, occidentale e conturbante regina, richiama con il suo sguardo di ghirigori e giravolte il suo amato verso la casa del cuore.

Distrart_Daniele “Tofi” Morganti: La convivenza religiosa in Sicilia nell’anno 1000, 2015.

Tra il XI e il XII secolo la Sicilia fu al centro di una straordinaria fioritura economica sociale e culturale, grazie al lungimirante e tollerante governo dei Normanni che seppero unire arabi, ebrei, cristiani latini e greci in un unico fiorente e pacifico regno. Le due pensiline di Tofi, direzione Nord, raccontano con piglio originale e una grafica accattivante i personaggi e simboli di quell’epoca lontana.

Distrart_Eugenio Vanfiori: Orione e Sirio in Giostra, 2015

Lo storico Diodoro Siculo narra che il gigante Orione sia stato il costruttore della città di Messina e del tempio che, a Capo Peloro, egli aveva egli aveva dedicato al a Nettuno, il dio dei mari. Riprendendo l’iconografia del Montorsoli per il personaggio di Orione nella fontana di Piazza Duomo, Vanfiori immortala il mitologico personaggio in un ironico giro in giostra in compagna del fedele cane Sirio e di un bambino obeso, grottesca metafora della condizione umana nella nostra epoca. Da notare la toccante dedica di Vanfiori al “popolo di Provinciale”.

Distrart_Eugenio Vanfiori: Maria Costa in Giostra, 2015.

Eugenio Vanfiori, artista, giostraio, realizza quest’opera tributo a Maria Costa, poetessa del borgo marinaro di Paradiso, icona di una poesia del mare che la città di Messina sembra aver smarrito nella sua storia recente. Come Maria Costa, l’artista vive il margine terraqueo dal Baby Park, noto parco gioco della famiglia Vanfiori, in relazione profonda con la poesia dei luoghi e l’energia naturale del paesaggio dello Stretto.

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