Opere - Letteratura

Caratterizzato da uno sperimentalismo linguistico che ne attesta l’unicità nel panorama dei romanzi italiani della seconda metà del Novecento, il romanzo darrighiano racconta, in oltre mille pagine, l’epopea marinaresca di ’Ndrja Cambrìa, racchiusa in quattro giorni e sfaccettata in una coralità di personaggi. Tra flashback e digressioni, in un flusso ininterrotto di immagini e suggestioni mitologiche, Horcynus Orca descrive le avventure del protagonista, «nocchiero semplice della fu regia Marina», nel suo viaggio di ritorno a casa da Napoli a Cariddi, il 4 ottobre 1943, attraverso l’invalicabile Stretto di Messina. 

Al centro del romanzo, uscito postumo nel 1968 per le edizioni Mondadori (e recentemente ripubblicato da Pungitopo), vi è l’intera vicenda personale e artistica dell’autore, che la rievoca in una imponente architettura autobiografica. Attraverso il filtro della finzione letteraria, Beniamino Joppolo racconta incontri, luoghi, episodi realmente vissuti, nell’incessante percorso che lo ha condotto dalla Sicilia orientale, tra Patti, Sinagra e Messina, sino a Firenze, a Milano e infine a Parigi. Proprio qui, nei suoi ultimi anni di vita, prende forma il romanzo, che traccia, insieme, un memoriale privato e il documento storico di un’epoca, sempre in bilico tra la cronaca fedele dei fatti e la loro trasfigurazione fantastica.

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