Il suo nome inusuale deriva dalla presenza nelle vicinanze delle tubazioni dell'acquedotto. Eretta nel 1626 da Padre Antonio Fermo da Gesso, nel corso del tempo si era arricchita di un’abbondante decorazione barocca, frutto delle cospicue donazioni della confraternita omonima. Ricostruita nel 1918, a dieci anni dal grande terremoto, presenta un'unica piccola navata con un altare in tarsie marmoree. Al suo interno insistono due tavole raffiguranti Sant'Ignazio e San Filippo Neri attribuite a Filippo Paladino (1691 – 1743). La chiesa custodisce anche un “Bambinello” in cera, un tempo custodito nella chiesa di S. Gioacchino, e oggetto di una lunga tradizione di devozione popolare.
Il suo nome inusuale deriva dalla presenza nelle vicinanze delle tubazioni dell'acquedotto. Eretta nel 1626 da Padre Antonio Fermo da Gesso, nel corso del tempo si era arricchita di un’abbondante decorazione barocca, frutto delle cospicue donazioni della confraternita omonima. Ricostruita nel 1918, a dieci anni dal grande terremoto, presenta un'unica piccola navata con un altare in tarsie marmoree. Al suo interno insistono due tavole raffiguranti Sant'Ignazio e San Filippo Neri attribuite a Filippo Paladino (1691 – 1743). La chiesa custodisce anche un “Bambinello” in cera, un tempo custodito nella chiesa di S. Gioacchino, e oggetto di una lunga tradizione di devozione popolare.
Il suo nome inusuale deriva dalla presenza nelle vicinanze delle tubazioni dell'acquedotto. Eretta nel 1626 da Padre Antonio Fermo da Gesso, nel corso del tempo si era arricchita di un’abbondante decorazione barocca, frutto delle cospicue donazioni della confraternita omonima. Ricostruita nel 1918, a dieci anni dal grande terremoto, presenta un'unica piccola navata con un altare in tarsie marmoree. Al suo interno insistono due tavole raffiguranti Sant'Ignazio e San Filippo Neri attribuite a Filippo Paladino (1691 – 1743). La chiesa custodisce anche un “Bambinello” in cera, un tempo custodito nella chiesa di S. Gioacchino, e oggetto di una lunga tradizione di devozione popolare.