Piacentini foto
Marcello Piacentini (1881-1960) nel 1904 consegue la laurea in Architettura civile. Fu accademico d’Italia dal 1929 al 1944 e sicuramente uno dei più fecondi architetti del periodo fascista. Nel periodo iniziale della sua carriera aderì brevemente alla secessione viennese adottandone il linguaggio, ma successivamente rivolse la sua attenzione ad una monumentalità retorica. Nella sua vita difese il potere costituito manifestando uno spiccato atteggiamento antimoderno. Fu docente di urbanistica tra il 1923 e il 1943 e ha numerosi incarichi in qualità di urbanista (Sistemazione dei centri di Bergamo e di Brescia e dei Borghi romani). La sua visione della monumentalità urbana veniva misurata attraverso i propri aspetti rappresentativi e scenografici in cui la ricerca era volta alla individuazione di forme in grado di celebrare il nuovo ordine sociale voluto dal fascismo. Anche in campo architettonico è molto attivo in diverse città ma in particolare a Roma dove progettò cinematografi, teatri, edilizia pubblica ed universitaria, istituti religiosi, esposizioni. Messina nel periodo fascista, in virtù del filo diretto tra il duce e l’arcivescovo mons. Angelo Paino, era destinataria di numerosi interventi di edilizia pubblica e religiosa che fossero testimonianza dell’attività instancabile del Governo e tra questi troviamo il Palazzo di giustizia progettato da Marcello Piacentini. Alla fine della seconda guerra mondiale, fu accusato - ed anche incarcerato -per avere aderito in maniera incondizionata al fascismo.