Foto Profilo Bartolo Cattafi
Protagonista e testimone di anni difficili, quelli segnati dal secondo conflitto bellico, al quale è chiamato a partecipare, Bartolo Cattafi trasferisce nel suo mondo lirico il vuoto e il silenzio avvertiti nell'indagine sull'esistenza umana. L'infanzia, vissuta senza il padre (era nato orfano), è segnata dalla centralità della figura materna e di uno zio, Enrico Barresi, grazie al quale il poeta, ancora bambino, frequenta la casa del futurista Guglielmo Jannelli, luogo di ritrovo per artisti illustri come Giacomo Balla, Vann'Antò e Fortunato Depero. Dopo aver completato gli studi giuridici a Messina, si trasferisce nella capitale lombarda, dove inizia a frequentare intellettuali e poeti che diventeranno suoi amici e sostenitori, tra i quali Giovanni Raboni, Vittorio Sereni, Vanni Scheiwiller e Sergio Solmi. A Milano svolge anche una saltuaria e avventurosa attività in campo giornalistico e pubblicitario, mantenendo sempre viva la passione per il viaggio, tanto che, oltre al vastissimo corpus poetico, esiste un repertorio di scritti in prosa che, nella forma del reportage, sono dedicati a luoghi vicini e lontani di un ininterrotto itinerario fisico ed emotivo. Le sue poesie iniziano a circolare su riviste e antologie e, nel 1950, trovano la prima collocazione sistematica nel volume Nel centro della mano (Milano, Edizioni della Meridiana), mentre pochi anni dopo esce Partenza da Greenwich (1955), curata personalmente da Sereni. Nel giro di un decennio il poeta barcellonese conquista prestigiosi riconoscimenti e premi, raggiungendo il vertice della propria produzione con L'osso, l'anima, cui seguirà un lungo periodo di allontanamento dalla scrittura. Occorrerà infatti aspettare i primi anni Settanta perché la voce poetica cattafiana trovi nuova ispirazione, con l'uscita delle sue maggiori raccolte di versi: L'aria secca del fuoco (1972); La discesa al trono (1975); Marzo e le sue idi (1977); L'allodola ottobrina (1979). Tra i suoi interessi, ci sono anche la fotografia e l'arte pittorica, praticata a partire dal 1971, contemporaneamente all'esercizio quotidiano della scrittura diaristica, in forma di chine, acquarelli, oli.