Foto Profilo Daniele Schmiedt
Daniele Schmiedt nasce a Palermo il 16 gennaio del 1888. Figlio di un ingegnere di origine boema, studia all’Accademia di Palermo con il pittore Francesco Lojacono. Nel 1911 si trasferisce con la moglie Linda Pintaldi a Messina, allora centro di numerose committenze legate ai lavori della ricostruzione post sisma. Professore di disegno presso scuola tecnica Aloysio Juvara, apre uno studio in Via Fata Morgana, iniziando la sua attività pittorica. Chiamato al fronte come ufficiale di complemento sarà ferito, riportando danni permanenti. Nel 1923 è tra i fondatori del Circolo Artistico “Antonello da Messina” insieme al collega e amico Giulio D’Anna. Nel 1928 Con Adolfo Romano, e in stretta collaborazione con l’architetto Marcello Piacentini, lavora alle tempere per la decorazione di alcune sale del Palazzo di Giustizia di Messina. Nel 1929 è impegnato pure nelle tempere dei pannelli per alcune sale del Palazzo di Giustizia di Vibo Valentia, progettato dall’architetto Camillo Autore. Nel 1942 affresca la Sala Consiliare di Palazzo Zanca a Messina e nel 1947 accetta l’incarico di dipingere e ricostruire il soffitto ligneo del Duomo di Messina, distrutto dalle bombe alleate del 1943. Nel 1945 il Circolo Antonello da Messina inaugura una sua personale, cui seguiranno altre mostre con numerosi riconoscimenti. Di carattere schivo e a tratti, severo, Daniele Schmiedt partecipò attivamente alla vita artistica della città e della Sicilia, con una continua attività espositiva legata alle mostre organizzate dal Sindacato fascista per le belle arti, cui aderirà con riluttanza e rifiutando incarichi dirigenziali. Di solidissima formazione tecnica, aggiornato agli influssi delle esperienze nazionali (Novecento, Sironi e la pittura murale) e internazionali (Cezanne, cubismo), Schmiedt non divenne mai un pittore di fama nazionale, nonostante l’indiscusso livello artistico e tecnico fosse da più parti avvertito come pari quello di altri artisti italiani operanti nel periodo (Ruta 2012). A prescindere dalle elaborazione stilistiche e formali, cui si dedicò con grande impegno ed esercizio per tutta la vita, Schmiedt può essere considerato principalmente un pittore realista. La sua pittura da cavalletto, se pur influenzata dal monumentalismo di Novecento, è intrisa di una profonda poetica interessata alla psicologia, allo studio della natura e del dramma umano. Il lavoro, grande tema della sua produzione, e la città, rappresentano i pilastri della sua poetica che anche quando si raccoglie nella dimensione domestica degli interni, restituisce la visione organica di una filosofia personale e umanissima intorno al tempo drammatico e all’ambiente che egli visse.