Nel 1970 viene realizzato il progetto dell’architetto Filippo Rovigo che utilizza un linguaggio decisamente moderno. Lo schema funzionale dell’organismo architettonico prevede un’aggregazione di spazi in cui viene sviluppata in alto la zona di riposo ed in basso le zone destinate alla meditazione. Lo spazio per la residenza si raccorda con la biblioteca per mezzo di uno spazio porticato caratterizzato dall’impiego di esili pilastri in c.a. che scandiscono l’intera facciata. Il modulo rettangolare è determinato dalla successione dei pilastri della struttura del porticato e dai solai di interpiano che privilegiano la regolarità cercando di mostrare un gioco di pieni, attraverso l’impiego di una balaustra in c.a., di vuoti che contrappongono una parcellizzazione delle superfici in piccoli rettangoli ruotati rispetto all’originaria matrice, e di quadrati corrispondenti ai vuoti determinati dall’arretramento del filo della parete rispetto al piano delle balaustre che interrompono l’orizzontalità delle balconate.
Nel 1970 viene realizzato il progetto dell’architetto Filippo Rovigo che utilizza un linguaggio decisamente moderno. Lo schema funzionale dell’organismo architettonico prevede un’aggregazione di spazi in cui viene sviluppata in alto la zona di riposo ed in basso le zone destinate alla meditazione. Lo spazio per la residenza si raccorda con la biblioteca per mezzo di uno spazio porticato caratterizzato dall’impiego di esili pilastri in c.a. che scandiscono l’intera facciata. Il modulo rettangolare è determinato dalla successione dei pilastri della struttura del porticato e dai solai di interpiano che privilegiano la regolarità cercando di mostrare un gioco di pieni, attraverso l’impiego di una balaustra in c.a., di vuoti che contrappongono una parcellizzazione delle superfici in piccoli rettangoli ruotati rispetto all’originaria matrice, e di quadrati corrispondenti ai vuoti determinati dall’arretramento del filo della parete rispetto al piano delle balaustre che interrompono l’orizzontalità delle balconate. Le travi possiedono una sezione variabile lungo il loro sviluppo così che mostrano, se osservate lateralmente, una rastrematura al centro che si raccorda ai pilastri con una sezione maggiore, in modo similare a quanto avviene in altre costruzioni coeve. L’organismo architettonico consta di tre corpi di fabbrica collegati tra loro dai corpi scala ed impostati su un basamento che li accomuna. I tre corpi di fabbrica, seppur facenti parte dello stesso disegno, mostrano tra loro significative differenze anche se risulta sempre ravvisabile una comune matrice progettuale.
Il sito dell’istituto teologico S. Tommaso è posto su un’altura in prossimità dell’autostrada, in posizione dominante la città. L’istituzione sorge nel 1932 per iniziativa dell’Ispettoria Salesiana Sicula con il fine di assicurare una preparazione spirituale e teologica ai candidati al presbiteriato. Per effetto di una legge del 1985 l’istituto Teologico è aggregato alla Facoltà di Teologia del Pontificio Ateneo Salesiano di Roma. Nel 1970 viene realizzato il progetto dell’architetto Filippo Rovigo che utilizza un linguaggio decisamente moderno. Lo schema funzionale dell’organismo architettonico prevede un’aggregazione di spazi in cui viene sviluppata in alto la zona di riposo ed in basso le zone destinate alla meditazione. Lo spazio per la residenza si raccorda con la biblioteca per mezzo di uno spazio porticato caratterizzato dall’impiego di esili pilastri in c.a. che scandiscono l’intera facciata. Il modulo rettangolare è determinato dalla successione dei pilastri della struttura del porticato e dai solai di interpiano che privilegiano la regolarità cercando di mostrare un gioco di pieni, attraverso l’impiego di una balaustra in c.a., di vuoti che contrappongono una parcellizzazione delle superfici in piccoli rettangoli ruotati rispetto all’originaria matrice, e di quadrati corrispondenti ai vuoti determinati dall’arretramento del filo della parete rispetto al piano delle balaustre che interrompono l’orizzontalità delle balconate. Le travi possiedono una sezione variabile lungo il loro sviluppo così che mostrano, se osservate lateralmente, una rastrematura al centro che si raccorda ai pilastri con una sezione maggiore, in modo similare a quanto avviene in altre costruzioni coeve. L’organismo architettonico consta di tre corpi di fabbrica collegati tra loro dai corpi scala ed impostati su un basamento che li accomuna. I tre corpi di fabbrica, seppur facenti parte dello stesso disegno, mostrano tra loro significative differenze anche se risulta sempre ravvisabile una comune matrice progettuale. L’architetto Rovigo fu chiamato nel 1979 ad integrare l’istituto teologico S. Tommaso con la redazione di un progetto per la cappella dello stesso istituto che realizzò utilizzando il consueto linguaggio. La pianta ricorda lo schema a croce latina in cui i bracci della nave del coro e del transetto sono individuati da pareti divergenti così che l’effetto prospettico che ne consegue ne risulti fortemente condizionante sulla percezione degli spazi. L’impiego del metallo utilizzato per il rivestimento ne determina il particolare cromatismo. Sulla copertura dell’oratorio sono presenti numerosi oblò in plexiglass che provvedono a dare luce all’interno dell’oratorio.