Mario Landi

Pioniere della regia televisiva, con Majano, Ferrero e D'Anza, Mario Landi ha diretto varietà e riviste, sceneggiati e rivisitazioni di classici; lega il suo nome soprattutto al genere poliziesco ed è un esponente della generazione di registi che portarono il teatro sul piccolo schermo. Attratto sin dall’adolescenza dal mondo dello spettacolo, dopo aver lasciato Taormina, dove aveva trascorso l’infanzia, e Messina, dove era stato attivo nella stagione del teatro sperimentale, si trasferisce ancora molto giovane a Roma, per frequentare l'Accademia nazionale d'arte drammatica, condividendo gli anni della formazione con Vittorio Gassman, Rossella Falck, Lea Padovani, Luigi Squarzina. In teatro, l’esordio alla regia risale al 1944, con Nozze di sangue di F. García Lorca, al teatro Eliseo di Roma. L’esperienza del palcoscenico accompagna i suoi primi passi anche a Milano, dove Landi stringe amicizia con artisti e registi, tra cui Carlo Lizzani, e, nell’ambito del circolo culturale Diogene, Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Presso il circolo mette in scena una sessantina di pièces, dimostrando uno spiccato interesse per gli autori italiani, dai più classici come Capuana, Pirandello, Benelli, Cicognani, a quelli considerati anticonformisti come Trieste, Moravia, Levi, Jovine. Il debutto al cinema, cui continuerà a dedicarsi contemporaneamente alla tv, avviene nel 1949, con la regia della commedia musicale Canzoni per le strade e la collaborazione alla sceneggiatura del film I due sergenti di Chiesa (1951). L’anno successivo inizia la sua carriera di regista in Rai, inaugurando uno stile all’insegna della contaminazione tra i generi e importando i metodi innovativi appresi grazie a un periodo di formazione presso l’inglese BBC. Tra le numerosissime produzioni tratte da opere letterarie che ha diretto per la tv, ci sono gli sceneggiati Cime tempestose (1956), e Canne al vento (1958), mentre tra il 1954 e il 1959 cura alcune edizioni di uno fra i varietà più seguiti di quegli anni, Un, due, tre, con Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. I maggiori successi gli derivano dal racconto poliziesco, soprattutto con Le inchieste del commissario Maigret, tra il 1964 e il 1972. Si è dedicato anche alla scrittura, mettendosi alla prova come autore televisivo.