Scultrice dalla tecnica raffinata e colta e dal disegno morbido e avviluppante Sara Teresano è un artista dalla personale e definita cifra stilistica. La sua iconografia di veneri abbondanti e ballerine, i suoi semi di marmo e i suoi fiori di sale appartengono a unico orizzonte estetico dalla matrice eminentemente femminina. Materia - corpo - femminilità sono gli aspetti più evidenti della sua produzione, spesso agganciata ai grandi miti della cultura mediterranea: Afrodite dagli occhi azzurri (2007), Trinacria (2008), Medusa (2010) etc.
Inaugurato nel dicembre del 2000, il monumento è stato realizzato da Francesco Cancelliere, mecenate e gallerista che, sotto lo pseudonimo di Cafra, vanta anche una carriera di pittore e scultore. Il grande tondo in bronzo è un’allegoria del lavoro, nello stile sintetico e arcaico caro a molta arte pubblica praticata, non solo in Italia, nei primi trent’anni del Novecento.
Il bronzo venne realizzato dallo scultore messinese Antonio Bonfiglio nel 1963 per la piazza dove ancora oggi si trova. Il "poverello d'assisi" è raffigurato a piedi nudi, vestito del saio, mentre con l'ampio gesto abbraccia i passanti del Viale Boccetta.
La fontana fu realizzata alla fine dell’800 da mastri fonditori messinesi, e un tempo faceva parte dell’elegante Chalet a Mare, non più esistente. In stile neoeclettico e floreale, la fontana è composta da una grande vasca circolare in marmo dal cui centro si eleva una colonna quadrangolare, in ghisa, che regge i tre piatti riccamente decorati. Sopra il primo piatto tre putti, a loro volta, reggono l’ultimo piatto dalle forme floreali da cui si innalza un vaso centrale da cui sgorgava l’acqua.
La Fontana Bios è stata realizzata nel 2005 dall'artista Ranieri Wanderlingh all’interno della Passeggiata a Mare, al posto di una vecchia fontana. Commissionata dalla Gazzetta del Sud per il cinquantenario della sua Fondazione, la fontana è lunga 18 metri, alta quasi 7, ed è composta da due elementi affusolati in cemento. Dal grande fuso posto sgorga l’acqua che, simbolicamente, giunge alla fontana sottostante, metafora del ciclo naturale, allusione al "maschile" e "femminile" della natura.
Realizzata da Ignazio Brugnani nel 1739, un tempo occupava il chiostro del monastero di S. Gregorio, non più esistente. Nel 1897 venne portata prima nel vecchio Giardino a Mare Umberto I, per essere poi definitivamente ricollocata in questo spazio nel 1938. La fontana, in marmo bianco, si innalza su una vasca sul quale l’autore ha iscritto il suo nome e la giovanissima età (20 anni). Sulle tre facce della stele centrale si appoggiano le code di tre cavallucci marini che reggono tra le zampe anteriori una testa di delfino. In alto, sulla coppa a sei conchiglie, un putto regge lo stella araldico dei Ruffo di Scaletta, omaggio della committente della fontana, la badessa suor Severina, al proprio casato.
Opera di Ignazio Buceti su disegno dell’architetto Campolo, la bella fontana venne realizzata nel 1741 per la scalinata scenografica del Monte di Pietà. La figura femminile assisa tiene la mano sinistra sul petto prosperoso mentre con la destra regge la cornucopia, simbolo di fortuna, ricchezza e abbondanza.
La fontana prende il nome dalla famiglia che il secolo scorso la donò alla città in un periodo di grande siccità. Per ricordare l’avvenimento il Comune di Messina commissionò una scultura al noto artista messinese Antonio Bonfiglio. Lo scultore realizzò in pietra artificiale un putto con l’anfora che poi venne fuso in bronzo a spese dei cittadini del quartiere.