Lungo la via Garibaldi l’edificio presenta, al piano terreno, un lungo corpo di fabbrica addossato all’edificio principale che risulta così arretrato rispetto all’allineamento degli altri isolati della palazzata. La caratterizzazione dell’edificio è affidata alle sue superfici ricoperte in massima parte da un minuscolo mosaico di tesserine di colore giallo o viola. Anche in questo caso la struttura in c.a. risulta denunciata all’esterno da una successione di paraste che scandiscono le facciate dell’edificio.
L’isolato X della Palazzata fu fin dall’origine destinato ad albergo. Lungo la via Garibaldi l’edificio presenta, al piano terreno, un lungo corpo di fabbrica addossato all’edificio principale che risulta così arretrato rispetto all’allineamento degli altri isolati della palazzata. La caratterizzazione dell’edificio è affidata alle sue superfici ricoperte in massima parte da un minuscolo mosaico di tesserine di colore giallo o viola. Anche in questo caso la struttura in c.a. risulta denunciata all’esterno da una successione di paraste che scandiscono le facciate dell’edificio. All’interno di queste partiture le superfici sono ulteriormente divise attraverso l’impiego di una modanatura verticale, che divide a metà lo spazio, e da una orizzontale che si attesta all’altezza del parapetto della finestra. Le superfici ricoperte da tesserine di colore giallo e di colore viola, unitamente alla posizione decentrata dell’infisso, gerarchizzano ulteriormente queste superfici.
L’isolato X della Palazzata fu fin dall’origine destinato ad albergo. Lungo la via Garibaldi l’edificio presenta, al piano terreno, un lungo corpo di fabbrica addossato all’edificio principale che è così arretrato rispetto all’allineamento degli altri isolati della palazzata. La caratterizzazione dell’edificio è affidata alle sue superfici ricoperte in massima parte da un mosaico di minuscole tesserine di colore giallo e viola. Anche in questo caso la struttura in c.a. è denunciata all’esterno da una successione di paraste che scandiscono le facciate dell’edificio. All’interno di queste partiture le superfici sono ulteriormente divise attraverso l’impiego di una modanatura verticale, che divide a metà lo spazio, e una orizzontale che si attesta all’altezza del parapetto della finestra. Le superfici ricoperte a mosaico, unitamente alla posizione decentrata dell’infisso, gerarchizzano ulteriormente queste superfici. Una delle campate della facciata su via Garibaldi impiega vetro mattone per garantire un’adeguata illuminazione al retrostante corpo scala. Le facciate dell’edificio si concludono con una pensilina retta da pilastrini e staccata dalle superfici verticali dei prospetti di chiara ascendenza modernista. Le facciate a nord e a sud sono uguali così come anche similari (fatta eccezione per il volume su via Garibaldi, addossato a piano terra) sono le due facciate maggiori che nella loro configurazione richiamano l’esperienza del neoplasticismo di Rietveld, Van Doesburg e Mondrian.