La "psicofavola" Salvami l'anima, con illustrazioni di Amalia Caratozzolo, è un romanzo di Serena Manfrè pubblicato nel 2013 per le Edizioni Smasher. Fondato sull'importanza dei simboli, rappresentati visivamente con l'antica tecnica della xilografia, il libro fonde immagini e parole in un flusso fantastico che, attraverso il filtro di registri a volte trasognati e la vividezza dei dialoghi, descrive le piccole e grandi verità di un universo composito, fatto delle umane esistenze dei personaggi narrati.
La "psicofavola" Salvami l'anima, con illustrazioni di Amalia Caratozzolo, è un romanzo di Serena Manfrè pubblicato nel 2013 per le Edizioni Smasher. Fondato sull'importanza dei simboli, rappresentati visivamente con l'antica tecnica della xilografia, il libro fonde immagini e parole in un flusso fantastico che, attraverso il filtro di registri a volte trasognati e la vividezza dei dialoghi, descrive le piccole e grandi verità di un universo composito, fatto delle umane esistenze dei personaggi narrati. Al centro della trama, il fantomatico Centro di salute mentale “Rocca de Guelfón”, dove giungono undici persone prostrate dalla vita di “là fuori”. Ad accoglierle, un piccolo e professionalissimo esercito di zelanti e coraggiosi dottori pronti a tutto pur di compiere la loro missione: strappare queste anime alla pena, alla confusione, alla sofferenza, ai ricordi o non-ricordi di un più o meno demoralizzante passato, all’ansia per un futuro inevitabilmente sconosciuto, all’alienazione di un presente in cui ci si può semplicemente sentire persi. La scrittura si muove agilmente sul terreno di confine tra realtà e fantasia, restituendo nella magia di un luogo che, come la Rocca, diviene rifugio dentro se stessi, una riflessione profonda sul rapporto tra presunta sanità mentale e cosiddetta patologia psichica, o pazzia, rivelando quanto la separazione tra i due mondi sia pressoché impossibile: «Salvami l’anima fa a pezzi le giammai definitive classificazioni psichiatriche, il cui obiettivo è stato sempre quello di tracciare una linea, quanto più nitida possibile, tra malattia e sanità mentale, – scrive in prefazione Mª Ángeles Jiménez, medico psicanalista – affinché tutti noi si possa vivere tranquilli». Lo stile brillante e diretto contribuisce a coinvolgere il lettore in un viaggio insolito, che invita a guardare con occhi diversi alcune certezze acquisite, continuamente ridefinite dalla visione non convenzionale dei sentimenti, a partire dall’Amore: tutte le relazioni fra i personaggi – anche laddove vi siano rivalità, conflitti e persino barlumi di odio – sono caratterizzate dalla presenza di Amore, in svariate forme, che è alla base di qualsiasi percorso salvifico.
La "psicofavola" Salvami l'anima, con illustrazioni di Amalia Caratozzolo, è un romanzo di Serena Manfrè pubblicato nel 2013 per le Edizioni Smasher. Fondato sull'importanza dei simboli, rappresentati visivamente con l'antica tecnica della xilografia, il libro fonde immagini e parole in un flusso fantastico che, attraverso il filtro di registri a volte trasognati e la vividezza dei dialoghi, descrive le piccole e grandi verità di un universo composito, fatto delle umane esistenze dei personaggi narrati. Al centro della trama, il fantomatico Centro di salute mentale “Rocca de Guelfón”, dove giungono undici persone prostrate dalla vita di “là fuori”. Ad accoglierle, un piccolo e professionalissimo esercito di zelanti e coraggiosi dottori pronti a tutto pur di compiere la loro missione: strappare queste anime alla pena, alla confusione, alla sofferenza, ai ricordi o non-ricordi di un più o meno demoralizzante passato, all’ansia per un futuro inevitabilmente sconosciuto, all’alienazione di un presente in cui ci si può semplicemente sentire persi. La scrittura si muove agilmente sul terreno di confine tra realtà e fantasia, restituendo nella magia di un luogo che, come la Rocca, diviene rifugio dentro se stessi, una riflessione profonda sul rapporto tra presunta sanità mentale e cosiddetta patologia psichica, o pazzia, rivelando quanto la separazione tra i due mondi sia pressoché impossibile: «Salvami l’anima fa a pezzi le giammai definitive classificazioni psichiatriche, il cui obiettivo è stato sempre quello di tracciare una linea, quanto più nitida possibile, tra malattia e sanità mentale, – scrive in prefazione Mª Ángeles Jiménez, medico psicanalista – affinché tutti noi si possa vivere tranquilli». Lo stile brillante e diretto contribuisce a coinvolgere il lettore in un viaggio insolito, che invita a guardare con occhi diversi alcune certezze acquisite, continuamente ridefinite dalla visione non convenzionale dei sentimenti, a partire dall’Amore: tutte le relazioni fra i personaggi – anche laddove vi siano rivalità, conflitti e persino barlumi di odio – sono caratterizzate dalla presenza di Amore, in svariate forme, che è alla base di qualsiasi percorso salvifico.
I pazienti della Rocca mettono costantemente alla prova il desiderio dei terapeuti chiedendosi, così, se costoro siano vivi - perché, si domandano, può un morto aiutare qualcuno che non lo è? - e spingendoli a confessare le loro più inconfessabili contraddizioni, giacché intuiscono che è lì che dimora il palpito della vita: nella verità che qualsiasi contraddizione alberga. […] Però “l’Altro lato” per eccellenza al quale ci conduce Serena Manfrè è “l’Aldilà del Desiderio”, che altro non è se non l’Amore: la pazzia che ci salva dalla pazzia. Poiché l’unico modo che abbiamo di possedere gli altri è attraverso la nostra immagine in loro riflessa, condannati alla solitudine di non trovare nell’altro alcuna certezza se non ciò che percepiamo, come Achille possiamo solo inseguire la tartaruga senza mai raggiungerla. E per quanto vogliamo superare con il desiderio questa distanza incolmabile, ottenendo dagli altri una qualche garanzia, a noi animali dotati di parola non resta che l’Amore. (Mª Ángeles Jiménez, Prefazione a Salvami l’anima)
E una volta percorso questo cammino si può arrivare a vivere l’unico tempo possibile, l’unico spazio possibile: il Qui e l’Ora, che rappresentano l’unica realtà alla quale ci si può, seppur solo nel presente, ancorare. Oltre all’Amore, raffigurato nell’opera attraverso un cuore, ci sono molti altri elementi che agiscono nella trama e che sono illustrati anch’essi da Amalia Caratozzolo, come i simboli del tempo, del potere, della musica, della morte, del sesso-vita, del sogno, dell’anima, della paura dell’ignoto e del futuro.