Buio

Buio è il corto a fumetti di 4 pagine che segna contestualmente il passaggio dell’autrice dal fumetto underground a quello professionale e il suo ingresso nel mondo dell’editoria italiana. Pubblicato nel 1999, la rivista che lo contiene, Mondo Naif, raccoglie l’eredità delle pagine storiche del fumetto d’autore, vantando autorevoli firme, tra cui Vanna Vinci, Giovanni Mattioli, Otto Gabos, Davide Toffolo, Massimiliano De Giovanni, Andrea Accardi. Marcatrice delle tappe di rinnovamento delle istanze giovanili talvolta legate a vicende adolescenziali, in cui spesso irrompe l’elemento fantastico, la rivista diventa, tra gli anni ’90 e il primo decennio del 2000, testimone vibrante dei cambiamenti del suo tempo.
Dal sodalizio artistico con la famosa sceneggiatrice Vanna Vinci, autrice simbolo del fumetto italiano, nasce una storia intimista e dark, in cui i luoghi della Bologna studentesca nascondono spazi magici, inattesi ed esotici dove è forte il richiamo alla memoria sensuale riconducibile alla Sicilia araba. Condotta in maniera sapiente, ma con poco tecnicismo, la narrazione è scorrevole, fluida e consente alla disegnatrice un approccio aperto sia negli storyboard che nelle inquadrature. Le illustrazioni risentono ancora della ricerca underground portata avanti dalla disegnatrice, tuttavia la fruizione risulta pulita e rispondente alle esigenze dell’editoria commerciale e del fumetto italiano. Il tratto, intenzionalmente sporco e pastoso in certi passaggi, viene illuminato dalla sola luce notturna ogni volta che le forme escono dal buio. La tavola, dallo sfondo nero e dalla percezione cupa, è suddivisa in maniera inconsueta, con strisce e inquadrature inclinate che rendono la lettura più dinamica e movimentata.
La storia narra di uno studente universitario fuori sede che, trovandosi a passeggiare di notte tra i portici della città, rimugina sulla sua condizione di emarginazione emotiva, lontano dagli affetti, in una dimensione spaziale buia e a lui sconosciuta. Immerso nei suoi pensieri, il giovane si accorge, all’improvviso, della presenza di una donna bellissima, vestita solo di un mantello nero, che fuoriesce dall’ombra e subito fugge ridendo. Comincia così un inseguimento che, ad un certo punto, vede sparire la figura femminile dietro una porticina, dalla quale si accede ad uno spazio incantato, dove il richiamo alle atmosfere dei giardini arabi in Sicilia si manifesta in molti dei suoi elementi caratteristici. Al centro di questo luogo impalpabile si trova una fonte di delizie, dalla quale sgorga un liquido che la donna pone in un’antica coppa da offrire al giovane. Il protagonista che vi attinge, bevendo tutto d’un fiato, si accorge che improvvisamente tutto intorno a lui diventa buio. Al momento del risveglio, si ritrova in un letto d’ospedale, in bilico tra la sensazione del ricordo vissuto e del viaggio onirico, senza comprendere se si è trattato di un sogno o di un reale accadimento.