Realizzato nel luglio del 2013, il murales copre una superfice di oltre 18 metri, occupando organicamente lo spazio dell’architettura per creare una straordinaria immagine di singolare potenza. L’artista sceglie il tema del mare per mettere in scena un racconto graffiante e sarcastico intorno ai temi della natura, del progresso e del disagio dell’uomo contemporaneo.
Realizzato nel luglio del 2013, il murales copre una superfice di oltre 18 metri, occupando organicamente lo spazio dell’architettura per creare una straordinaria immagine di singolare potenza. L’artista sceglie il tema del mare per mettere in scena un racconto graffiante e sarcastico intorno ai temi della natura, del progresso e del disagio dell’uomo contemporaneo.Le navi traghetto di blu, piccole città ingolfate d’industrie e monumenti soffocati, raccolgono reti cariche di uomini glabri, gettando in mare auto e rifiuti di ogni sorta. Agli ami della fede, del denaro, della droga, del consumo, abboccano corpulenti e anonimi personaggi dalle bocche spalancate, altri, però, squarciano le reti e nuotano controcorrente verso la maestosa carica dei pesci spada. Enormi, i pesci incalzano dalla destra del muro, con grande effetto dinamico, infilzando automobili, aerei e televisioni. Composizione ricca di dettagli e abilmente organizzata all’interno del complesso spazio architettonico, l’opera è stata realizzata da Blu in meno di sette giorni. Narrazione fantastica e allegorica, vicina sia all’illustrazione sia alla grande pittura di Bosch, il murales interpreta i temi critici della Messina contemporanea in una lettura globale, comune a ogni città della nostra epoca. Il mare, un tempo risorsa produttiva, è oggi il protagonista magnifico di un paesaggio disastrato, privo di decoro, discarica di una società chiusa dentro i meccanismi divoranti del mercato. Tuttavia, questa denuncia esplicita offre un altrettanto esplicita possibilità di salvezza, rappresentata dalla carica dei pesce spada, simbolo mitico della natura dello Stretto e di un legame, ancora possibile, fra la città e le sue risorse. Il murales va letto anche all’interno dell’attività politica del collettivo Teatro Pinelli che dall’occupazione del teatro in Fiera (dicembre 2012), ha aperto alla città molti spazi pubblici abbandonati dalla politica e dall’economia cittadina.
Realizzato nel luglio del 2013, il murales copre una superfice di oltre 18 metri, occupando organicamente lo spazio dell’architettura per creare una straordinaria immagine di singolare potenza. L’artista sceglie il tema del mare per mettere in scena un racconto graffiante e sarcastico intorno ai temi della natura, del progresso e del disagio dell’uomo contemporaneo.Le navi traghetto di blu, piccole città ingolfate d’industrie e monumenti soffocati, raccolgono reti cariche di uomini glabri, gettando in mare auto e rifiuti di ogni sorta. Agli ami della fede, del denaro, della droga, del consumo, abboccano corpulenti e anonimi personaggi dalle bocche spalancate, altri, però, squarciano le reti e nuotano controcorrente verso la maestosa carica dei pesci spada. Enormi, i pesci incalzano dalla destra del muro, con grande effetto dinamico, infilzando automobili, aerei e televisioni. Composizione ricca di dettagli e abilmente organizzata all’interno del complesso spazio architettonico, l’opera è stata realizzata da Blu in meno di sette giorni. Narrazione fantastica e allegorica, vicina sia all’illustrazione sia alla grande pittura di Bosch, il murales interpreta i temi critici della Messina contemporanea in una lettura globale, comune a ogni città della nostra epoca. Il mare, un tempo risorsa produttiva, è oggi il protagonista magnifico di un paesaggio disastrato, privo di decoro, discarica di una società chiusa dentro i meccanismi divoranti del mercato. Tuttavia, questa denuncia esplicita offre un altrettanto esplicita possibilità di salvezza, rappresentata dalla carica dei pesce spada, simbolo mitico della natura dello Stretto e di un legame, ancora possibile, fra la città e le sue risorse. Il murales va letto anche all’interno dell’attività politica del collettivo Teatro Pinelli che dall’occupazione del teatro in Fiera (dicembre 2012), ha aperto alla città molti spazi pubblici abbandonati dalla politica e dall’economia cittadina. La Casa del Portuale di via Alessio Valore ha ospitato per quasi mezzo secolo le maestranze attive nei traffici del porto. L’occupazione da parte del collettivo nell’aprile 2013 ha riacceso i riflettori su l’ennesima reliquia, o meglio, l’ennesima vittima di un corpo sociale senza guida e senza progetto, in balia dello spirito individualista del nostro tempo. Blu, consapevole del suo gesto e del valore della sua opera, sottolinea con il suo murales, abusivo quanto l’occupazione dello stabile di proprietà regionale, il carattere propositivo dell’azione politica del collettivo. La potenza del murales, anche per via dell’arretrato contesto culturale, causerà alcune proteste che tuttavia saranno superate dalla generale ammirazione. Ammirazione che non salverà il muro da due azioni vandalica, di cui l’ultima, del dicembre del 2013, particolarmente grave. Artista nomade profondamente sensibile alle tematiche sociali, Blu è stato giustamente inserito da The Observer all’interno della classifica dei migliori street artist del pianeta. Le caratteristiche tecniche e formali della sua opera, la suggestiva vena narrativa, e la centralità di una complessa visione etica della realtà ne fanno un erede contemporaneo della grande tradizione murale italiana. Le sue opere si connettono sempre con le questioni territoriali e le tensioni intorno agli spazi fisici in cui interviene. E’ il caso del suo murales all’Xm24 a Bologna, il centro sociale occupato che Blu difenderà dall’assalto urbanistico con un’opera maestosa. Messa in scena parodistica e crudele del Signore degli Anelli, il murales bolognese anticipa la struttura compositiva e il tono epico della sua opera in riva allo Stretto, la prima opera d’arte pubblica contemporanea del XXI secolo messinese.