Nato Sciacca

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Fortunato Sciacca è nato nel 1907 a Patti. Nel 1935, come il cugino Beniamino Joppolo e altri intellettuali e artisti isolani, lascia l’isola per Milano. Tra il 1936 e il 1938 frequenta l’Accademia di Brera e lo studio dello scultore Arturo Martini, stringendo solide amicizie con gli artisti del gruppo Corrente[1], cui non aderirà mai ufficialmente. Incarcerato dal Fascismo con Aligi Sassu, nel 1939 e nel 1940 parteciperà a due esposizioni collettive organizzate dal Sindacato Fascista Interprovinciale Belle Arti di Lombardia, tenutesi presso la Permanente di Milano, ottenendo giudizi molto positivi dai critici Vigorelli e De Grada.  A Milano lavora principalmente alla scultura. Pochi i pezzi sopravvissuti, mentre sono rarissime le opere, anche pittoriche e grafiche, datate. Nel 1940 Sciacca si trasferisce a Roma, dove lavora a sculture di cera. Diversamente da Milano, a Roma Sciacca vive una vita appartata, concentrandosi sul lavoro. Nella capitale incontra Tina Vullo donna che diventerà sua moglie, poco dopo tornerà in Sicilia abbandonando l’attività espositiva, ma non quella creativa.  Dipinge molto, senza tuttavia datare e firmare mai le sue opere. Nonostante l’isolamento, Sciacca percorre la strada dell’astrattismo in quella formula derivata dalla natura che sarà il punto di partenza di molti artisti siciliani dalla seconda metà degli anni ’50.Proprio all’inizio degli anni ’50 egli prepara un catalogo generale, dividendo la sua produzione in due periodi: il primo, dal  1935 al 1945, caratterizzato da una visione realistica del suo mondo interiore, e il secondo, per il quale conia il termine di astroabissale, che dal 1945 avrà nel principio di trasfigurazione surreale della realtà la cifra stilistica di tutte le sue opere. Da sempre appassionato inventore, dal 1960 progetta e propone opere di urbanistica, architettura (Pantalassia, Ponte sullo Stretto), intervenendo con le sue proposte anche nel dibattito cittadino di Patti e Messina.




[1] Corrente era il nome della rivista edita da Ernesto Treccani nel 1938. Attorno  ad essa si riunirono Renato Birolli, Renato Guttuso, Bruno Cassinari, Aligi Sassu, Giuseppe Migneco, Arnaldo Badodi, Ennio Morlotti, Italo Valenti, Emilio Vedova. Attorno al gruppo si condensarono le tendenze anti classiciste ed europeiste dei giovani artisti e intellettuali italiani. 

 

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