L’ex cinema Odeon ricade in parte dell’isolato 124 del PR di Messina ed è l’unica opera progettata dall’architetto R. Günter del quale però non si hanno notizie più precise, anche se dal suo operato è possibile desumere alcune caratteristiche del linguaggio espressivo utilizzato tipico degli anni ‘50. Il fabbricato è realizzato in cemento armato e dal lato nord si addossa ad altri comparti dell’isolato mentre le tre facciate libere sono trattate in modo differente. La facciata, posta lungo il viale S. Martino sulla quale è posto l’ingresso, evidenzia un grande volume sulla destra che emerge rispetto al volume dell’edificio e che espone un grande pannello verticale a mosaico di tesserine di ceramica colorate che compongono un disegno opera dell’artista Felice Canonico.
L’ex cinema Odeon ricade in parte dell’isolato 124 del PR di Messina ed è l’unica opera progettata dall’architetto R. Günter del quale però non si hanno notizie più precise, anche se dal suo operato è possibile desumere alcune caratteristiche del linguaggio espressivo utilizzato tipico degli anni ‘50. Il fabbricato è realizzato in cemento armato e dal lato nord si addossa ad altri comparti dell’isolato mentre le tre facciate libere sono trattate in modo differente. La facciata è localizzata lungo il viale S. Martino sulla quale è posto l’ingresso ed evidenzia un grande volume sulla destra che emerge rispetto al volume dell’edificio e che espone un grande pannello verticale a mosaico di tesserine di ceramica colorate che compongono un disegno, opera dell’artista Felice Canonico. La parte più consistente della facciata è invece impegnata dall’ingresso al piano terra dove cinque grandi pilastri sono rivestiti con lastre di marmo scuro il cui slancio verticale è interrotto dalla pensilina significativamente aggettante. Tali pilastri sembrano sostenere un volume rivestito ad intonaco che viene sfondato da un ulteriore volume in vetro sostenuto da un’esile intelaiatura metallica che aggetta rispetto al filo dell’edificio. Le sedute erano realizzate secondo una normalizzazione delle misure che teneva conto della distanza tra le file per calcolare il corretto dislivello tra queste per assicurare la migliore visione dello schermo, ai due lati del quale erano disposti dei pannelli del maestro Felice Canonico che, dato il cambio di destinazione d’uso subito dall’edificio del cinema, non risultano in atto visibili al pubblico.
L’ex cinema Odeon ricade in parte dell’isolato 124 del PR di Messina ed è l’unica opera progettata dall’architetto R. Günter del quale però non si hanno notizie più precise, anche se dal suo operato è possibile desumere alcune caratteristiche del linguaggio espressivo utilizzato tipico degli anni ‘50. Il fabbricato è realizzato in cemento armato e dal lato nord si addossa ad altri comparti dell’isolato mentre le tre facciate libere sono trattate in modo differente. La facciata è localizzata lungo il viale S. Martino sulla quale è posto l’ingresso ed evidenzia un grande volume sulla destra che emerge rispetto al volume dell’edificio e che espone un grande pannello verticale a mosaico di tesserine di ceramica colorate che compongono un disegno, opera dell’artista Felice Canonico. La parte più consistente della facciata è invece impegnata dall’ingresso al piano terra dove cinque grandi pilastri sono rivestiti con lastre di marmo scuro il cui slancio verticale è interrotto dalla pensilina significativamente aggettante. Tali pilastri sembrano sostenere un volume rivestito ad intonaco che viene sfondato da un ulteriore volume in vetro sostenuto da un’esile intelaiatura metallica che aggetta rispetto al filo dell’edificio. La facciata laterale, lungo la via Nino Bixio, denuncia all’esterno la sua funzione di sala per lo spettacolo dall’osservazione dell’andamento delle coperture la cui inclinazione si contrappone alle orizzontalità della facciata principale nella quale, tuttavia, insiste il volume in vetro la cui inclinazione delle superfici nega la loro verticalità dando luogo ad un movimento che appare convincente sotto il profilo estetico e che comunque lega questa opera al dibattito europeo in un momento di maturazione delle istanze che erano state proprie del movimento moderno. Nella facciata laterale il piano dell’attacco a terra è caratterizzato dall’impiego di lastre di marmo, alcune lavorate a subbia, le cui fughe sono inclinate riprendendo un disegno simile a quello utilizzato nell’ex Irrera a mare all’interno della cittadella fieristica, mentre l’elevato è trattato quasi come fosse una tela dalla sagoma irregolare in cui all’estrema destra si succedono specchiature rettangolari ad intonaco intervallate con altre a mosaico di tesserine di colore viola. Una successione di quattro finestroni a sviluppo orizzontale contrapposti ad un’altra verticale molto stretta che conclude la porzione di superficie trattata ad intonaco liscio e da cui prende avvio una caratterizzazione della facciata con una serie di rigature incise che attraversano tutta la superficie con andamento verticale. All’interno, l’accesso alla sala superiore era garantito da una scala realizzata in cemento armato. Le sedute erano realizzate secondo una normalizzazione delle misure che teneva conto della distanza tra le file per calcolare il corretto dislivello tra queste per assicurare la migliore visione dello schermo, ai due lati del quale erano disposti del pannelli del maestro Felice Canonico che, dato il cambio di destinazione d’uso subito dall’edificio del cinema, non risultano in atto visibili al pubblico.