Messina Bellissima - Percorso Storico Monumentale

Un viaggio tra i principali punti di interesse della città. Arte, cultura e storia in un passeggiata tra le chiese e i monumenti di Messina.

S. Nicola all’Arcivescovado

Costruita su progetto (1936) degli ingegneri Paolo Napoli e Scipione Tadolini nello stile monumentale e razionalista allora all’avanguardia per l’architettura dell’epoca, la chiesa reinterpretata con pure geometrie masse di volumi, la grande tradizione medievale delle cattedrali di Cefalù e Monreale. A tre navate, presenta una decorazione musiva e tre grandi vetrate disegnate dall’architetto Silvana Raffa. In occasione del centenario del terremoto del 1908, lo scultore Domenico Trifirò ha realizzato per l’altare maggiore un grande pannello bronzeo sormontato dalla figura del Redentore.

S. Maria delle Trombe

Il suo nome inusuale deriva dalla presenza nelle vicinanze delle tubazioni dell'acquedotto. Eretta nel 1626 da Padre Antonio Fermo da Gesso, nel corso del tempo si era arricchita di un’abbondante decorazione barocca, frutto delle cospicue donazioni della confraternita omonima. Ricostruita nel 1918, a dieci anni dal grande terremoto, presenta un'unica piccola navata con un altare in tarsie marmoree. Al suo interno insistono due tavole raffiguranti Sant'Ignazio e San Filippo Neri attribuite a Filippo Paladino (1691 – 1743). La chiesa custodisce anche un “Bambinello” in cera, un tempo custodito nella chiesa di S. Gioacchino, e oggetto di una lunga tradizione di devozione popolare.

San Paolino degli Ortolani

La chiesa di San Paolino, fortunatamente scampata ai terremoti del 1783 e del 1908, fu eretta per volontà della confraternita degli ortolani alla fine del ‘500. Tuttavia, durante la ricostruzione post sisma la chiesa fu fortemente rimaneggiata, con l’arretramento della facciata. Oggi conserva gli affreschi di Giovanni Tuccari (1667-1743) con “Sant’Isidoro”, “Supplica di San Paolino”, “Santo ortolano e confrati”, “I santi Angeli Custodi”, mentre a Letterio Subba (1787-1868) spetta la paternità della “Storia della vita di San Paolino”. Bellissime anche le tarsie marmoree dell’altare maggiore su cui insiste la bella pala di Giovanni Battista Quagliata (1603–1673) con “San Paolino, la Vergine e sullo sfondo gli orti della Maddalena”.

Bastione di S.Vincenzo

Il bastione di S.Vincenzo deve il suo nome ad una chiesa dedicata al santo che sorgeva nelle vicinanze e fu realizzato nel corso della riorganizzazione della cinta fortificata della città voluta da Carlo V ed interrompeva la cortina muraria che dal colle dell'Andria raggiungeva il Forte Real Basso. Il bastione era prossimo alla porta Reale che dava accesso al tracciato viario che scavalcava le colline poste alle spalle della città e che conduceva a Palermo. 

Castello di Rocca Guelfonia

Il castello di Roccaguelfonia, atrimenti detto di Matagrifone, fu eretto nella sua prima configurazione da Riccardo Cuor di Leone per farne un fortilizio a difesa della città ma anche per acquartierare le truppe di soldati al riparo da possibili insurrezioni della città. Probabilmente il primo fortilizio fu edificato in legno ma a questa costruzione, con l’affermarsi del governo normanno, seguì una costruzione in pietra che venne progressivamente modificata fino alla riorganizzazione delle fortificazioni cittadine voluta da Carlo V. Oggi, fatta eccezione per una torre ottagonale di epoca federiciana e per alcuni tratti di mura, non è più visibile nella sua configurazione anche perché in gran parte demolita per fare posto al Sacrario di Cristo Re che conserva le spoglie del milite ignoto. 

Pages