La Messina di Carlo V

La visita dell’imperatore Carlo V (1535) costituì un momento di rinascita per Messina. Distrutta la vecchia cinta muraria, la città divenne un monumentale e strategico punto nevralgico del sistema difensivo siciliano voluto da Carlo V per contrastare il pericolo dei pirati turchi.

O- Piano della Mosella

Gli orti della Mosella costituivano un’area a sud della città, al di fuori delle mura di fortificazione, anche se compresi all’interno della cinta daziaria. Questo territorio fu teatro di sanguinosi scontri nel corso dei moti rivoluzionari del 1849 quando i messinesi tentarono di conquistare la Cittadella nella quale erano asserragliati i Borbone.

N- Piano di Terranova

Il Piano di Terranova, così detto perché posto ad est del Palazzo Reale, in un’area formatasi nel periodo medievale per l’apporto del torrente Portalegni e per il naturale rinascimento della spiaggia del “mare grosso”, costituiva un’area esterna alle mura della città fino alla ristrutturazione voluta dall’imperatore Carlo V. Utilizzata come area per le manovre militari venne poi urbanizzata con edifici destinati alla residenza.

I- Porta Real Basso;

La Porta Real Basso, da C.D.Gallo detta Porta della Grazia per la prossimità al monastero di S.Maria della Grazia e Convento dei Padri Teresiani Scalzi, era raggiunta dalla via che permetteva di raggiungere la riviera nord fino ai laghi di Ganzirri. La porta che si apriva sulla cortina muraria che congiungeva il Bastione S.Vincenzo al Forte Real Basso risultava da questo protetta.

H- Porta Reale

La Porta Reale si apriva sulla cortina muraria sulla che congiungeva il Bastione S.Vincenzo al Forte Real Basso, in prossimità dell’attuale Piazza S.Vincenzo: Questa era protetta dal Bastione di S.Vincenzo ed era raggiunta dalla via che permetteva di scavalcare le montagne per raggiungere la via Consolare Pompea che conduceva verso Palermo per la via del mare.

G- Porta Bozzetta

La Porta della Bozzetta traeva il nome dall’omonimo borgo sorto al di fuori delle mura della città, ad ovest della chiesa di S.Francesco e dal torrente il cui corso era intercettato dalla cinta murata che, dal Bastione S.Andrea chiudeva la città fino al Forte dell’Andria. Il Gallo definisce le colline dalle quali scende il torrente “delli scirpi, volgarmente Scoppo dell’Acqua”

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