Foto Profilo Giacomo Debenedetti
Laureato in giurisprudenza e in lettere, attraversando i diversi territori che lambiscono lo spazio letterario, dalla musica al cinema, dalle scienze alle arti figurative, Giacomo Debenedetti rappresenta uno studioso eclettico e originale nel panorama culturale italiano del Novecento. La sua intensa attività intellettuale, animata da un respiro europeo e da intuizioni critiche innovative, si dispiega principalmente tra Roma e Milano, dopo gli esordi nella Torino gobettiana e la partecipazione attiva alle vicende resistenziali. Nel 1950 arriva a Messina, incaricato di storia della letteratura italiana alla facoltà di Lettere dell’ateneo cittadino. Qui, sino al 1955, tiene corsi su Svevo, Verga e sulla poesia di Pascoli. Le lezioni verghiane del biennio 1951-52 e 1952-53 sono state pubblicate, sulla scorta dei relativi quaderni inediti, a cura della moglie Renata Debenedetti, nel volume Verga e il naturalismo (Milano, Garzanti, 1976). Anche gli altri quaderni inediti serviti, sempre a Messina, per le lezioni pascoliane (1953-54 e 1954-55) sono stati raccolti e pubblicati da Renata Debenedetti, con la collaborazione di Isabella Gherardini, nel volume Pascoli: la "rivoluzione inconsapevole" (Milano, Garzanti, 1979). È probabile, secondo Renato Bertacchini, che Debenedetti pensasse a un terzo corso su Pascoli per il 1955-56, ma in quell'anno accademico passò al magistero di Messina a insegnare letteratura francese, tenendo un corso su Montaigne, prima di lasciare l'ateneo messinese per la lunga docenza romana. Le sue lezioni nella città dello Stretto, ricorda Sergio Palumbo, suscitarono curiosità e attenzione anche fuori dalle aule universitarie, tanto che vi assistevano non solo colleghi come Vann'Antò, Nino Pino, e talvolta persino Pugliatti e Della Volpe, ma anche poeti come Lucio Piccolo e scrittori come Mario La Cava, proveniente dalla Calabria. Tra gli studenti che seguivano il maestro in lezioni improvvisate, pure al caffè o in libreria, c'erano Saverio Strati e Walter Pedullà. E, nel suo pubblico di affezionati, va annoverato anche Leonardo Sciascia che, se pure non era presente a Messina, partecipava alle lezioni del maestro tramite i racconti che ne faceva il poeta e storico del folclore Vann'Antò. Il primo assistente volontario di Debenedetti fu Vincenzo Palumbo.