Stazione ferroviaria e marittima

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Testo Ridotto: 

Il problema della ricostruzione dell’edificio della stazione si pone fin da dopo la prima guerra mondiale ma bisogna aspettare gli anni ’30 per vedere in concreto l’avvio dell’iter progettuale. Il progetto di questo nuovo edificio è affidato all’architetto Angiolo Mazzoni, allora funzionario delle Ferrovie dello Stato fin dal 1921 e autore di diverse stazioni di epoca fascista. Nel 1937 viene realizzato un plastico per essere approvato dal Duce che contava molto sull’opera di propaganda che avrebbe sortito la realizzazione di una stazione ferroviaria, opera necessaria ma che a quasi venti anni dal terremoto non era ancora stata realizzata. Così la stazione viene realizzata prima dell’inizio della seconda guerra mondiale. Scene di vita rurale siciliana o di paesaggio. L’opera inneggia ai valori del lavoro e dell’operosità italiana e, come dice lo stesso Mazzoni nella sua proposta per l’esecuzione di opere artistiche per la stazione di Messina, “Il mosaico misura circa 135 di superficie e verrà realizzato in smalto e vetro colorato, materiali questi propri del mosaico classico”.  

Testo Medio: 

L’edificio della stazione ferroviaria precedente al terremoto è progettato da Leone Savoja, allora direttore degli Studi Ferroviari della Provincia di Messina, e viene danneggiato dal terremoto. Il problema della ricostruzione dell’edificio si pone fin da dopo la prima guerra mondiale ma bisogna aspettare gli anni ’30 per vedere in concreto l’avvio dell’iter progettuale. Il progetto di questo nuovo edificio è affidato all’architetto Angiolo Mazzoni, allora funzionario delle Ferrovie dello Stato fin dal 1921 e autore di diverse stazioni di epoca fascista. Nel 1937 viene realizzato un plastico per essere approvato dal Duce che contava molto sull’opera di propaganda che avrebbe sortito la realizzazione di una stazione ferroviaria, opera necessaria ma che a quasi venti anni dal terremoto non era ancora stata realizzata. Così la stazione viene realizzata prima dell’inizio della seconda guerra mondiale. L’edificio progettato da Mazzoni presenta un fronte in cui l’attacco a terra si caratterizza per l’impiego di lastre di travertino d’Alcamo che configurano un portico continuo sovrastato da una pensilina significativamente aggettante. L’intero edificio, pur costituendo una innovazione tipologica, si riconosce come una ricerca che ben rappresenta le tendenze futuriste tradotte in un edificio in cui gli spazi funzionali si integrano tra loro creando un nodo intermodale che costituisce la fotografia del dinamismo della città operosa che si voleva rappresentare anche da parte del regime. Già negli anni ’10 l'architetto Sant’Elia immagina una città con nuove funzioni in cui la velocità delle relazioni tra le parti sia di primaria importanza, ma se nelle visioni di Sant’Elia prevalgono le linee verticali nella stazione di Mazzoni prevalgono le linee orizzontali. Il fronte principale dell’edificio caratterizzato dal portico di ingresso della stazione ferroviaria riunisce in un unico organismo la stazione marittima e la stazione ferroviaria, il fabbricato viaggiatori, il fabbricato alloggi, il fabbricato impiegati, le poste e gli edifici per il funzionamento della stazione con tutte le pertinenze.

Testo Esteso: 

La stazione ferroviaria della città di Messina, data la posizione, assume un’importanza cruciale già verso la fine dell’ottocento quando questa doveva essere il punto di arrivo della tratta Messina-Catania-Siracusa (1892) e la Palermo-Messina (1895). L’edificio della stazione ferroviaria precedente al terremoto è progettato da Leone Savoja, allora direttore degli Studi Ferroviari della Provincia di Messina, e viene danneggiato dal terremoto. Il problema della ricostruzione dell’edificio si pone fin da dopo la prima guerra mondiale ma bisognerà aspettare gli anni ’30 per vedere in concreto l’avvio dell’iter progettuale. Il progetto di questo nuovo edificio è affidato all’architetto Angiolo Mazzoni, funzionario delle Ferrovie dello Stato fin dal 1921 e autore di diverse stazioni di epoca fascista. Nel 1937 viene realizzato un plastico per l’approvazione del Duce che contava molto sulla propaganda che avrebbe sortito la realizzazione della stazione ferroviaria, opera necessaria ma che - a quasi venti anni dal terremoto - non era ancora stata realizzata. Così la stazione viene realizzata prima dell’inizio della seconda guerra mondiale. L’edificio progettato da Mazzoni presenta un fronte in cui l’attacco a terra si caratterizza per l’impiego di lastre di travertino d’Alcamo che configurano un portico continuo sovrastato da una pensilina significativamente aggettante. L’intero edificio, pur costituendo un’innovazione tipologica, si riconosce come una ricerca che ben rappresenta le tendenze futuriste tradotte in un edificio in cui gli spazi funzionali si integrano tra loro creando un nodo intermodale che costituisce la fotografia del dinamismo della città operosa che si voleva rappresentare anche da parte del regime. Già negli anni ’10 l’architetto Antonio Sant’Elia immagina una città con nuove funzioni in cui la velocità delle relazioni tra le parti sia di primaria importanza. Ma se nelle visioni di Sant’Elia prevalgono le linee verticali, nella stazione di Mazzoni prevalgono le linee orizzontali. Il fronte principale dell’edificio caratterizzato dal portico d’ingresso della stazione ferroviaria riunisce in un unico organismo la stazione marittima e la stazione ferroviaria, il fabbricato viaggiatori, il fabbricato alloggi, il fabbricato impiegati, le poste e gli edifici per il funzionamento della stazione con tutte le pertinenze. L’elemento verticale della torre di forma troco conica intorno alla quale si avviluppa la scala, che ricorda vagamente il monumento di Tatlin alla terza Internazionale, è caratterizzato dall’impiego di pietra basaltica lavorata a subbia grossa con anatirosi. La funzione dell’organismo architettonico e i relativi volumi tecnici che ne derivano, assurgono a dimensione estetica e configurano uno spazio che vede le prime sperimentazioni nelle stazioni di Roma Termini (1924-25), Siena (1931-36), Reggio Calabria (1936-38), Montecatini (1933-37). La riunione delle funzioni di stazione “di testa” (la stazione ferroviaria) con quelle di stazione “passante” (la stazione marittima) sono una parte delle funzioni della nuova città che vengono espletate dal nuovo edificio. La soluzione di testata della stazione marittima conclude l’edificio, lungo diverse centinaia di metri, con l’affaccio sul porto verso l’imbarco delle navi traghetto e con un volume curvo scandito da una fitta successione di finestre a doppia altezza che si affacciano sul porto. All’interno di questo volume, sotto al quale avviene il passaggio dei treni, trova posto un mosaico dell’artista Michele Cascella dal titolo “la Sicilia al centro dell’impero” che raffigura il duce evocando episodi storici, scene di vita rurale siciliana e di paesaggio. L’opera inneggia ai valori del lavoro e dell’operosità italiana e, come dice lo stesso Mazzoni nella sua proposta per l’esecuzione di opere artistiche per la stazione di Messina, “Il mosaico misura circa 135 di superficie e verrà realizzato in smalto e vetro colorato, materiali questi propri del mosaico classico”.   

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