“Messina. Faccia al muro e mente al mare”. Guardando quest’opera maestosa, fantasmagorica e struggente, non possono non venire in mente le parole di Distrart, mente organizzativa e concettuale della riqualificazione urbana, attraverso il medium dell’arte, di questa porzione degradata del tessuto urbano. La Sirena di Julieta XLF fluttua su una parete alta più di dodici metri, figura incantata, dai colori brillanti e l’estetica profondamente contemporanea. Le “mega maioliche” non sono altre che un’accattivante rielaborazione grafica e cromatica delle tipiche decorazioni lapidee siciliane, di cui sono visibili esempi anche presso la ricostruita facciata del duomo di Messina. La sirena di Julieta piange sangue, perché comè ha dichiarato l’artista durante la realizzazione dell’opera, il mare n’è pieno. Un cavalluccio marino accompagna il suo dolore mentre l’occhio femminino di un animale connette inesorabilmente la grande energia psichica di questa immagine con la mente dello spettatore.
“Messina. Faccia al muro e mente al mare”. Guardando quest’opera maestosa, fantasmagorica e struggente, non possono non venire in mente le parole di Distrart, mente organizzativa e concettuale della riqualificazione urbana, attraverso il medium dell’arte, di questa porzione degradata del tessuto urbano. La Sirena di Julieta XLF fluttua su una parete alta più di dodici metri, figura incantata, dai colori brillanti e l’estetica profondamente contemporanea. Le “mega maioliche” non sono altre che un’accattivante rielaborazione grafica e cromatica delle tipiche decorazioni lapidee siciliane, di cui sono visibili esempi anche presso la ricostruita facciata del duomo di Messina. La sirena di Julieta piange sangue, perché comè ha dichiarato l’artista durante la realizzazione dell’opera, il mare n’è pieno. Un cavalluccio marino accompagna il suo dolore mentre l’occhio femminino di un animale connette inesorabilmente la grande energia psichica di questa immagine con la mente dello spettatore.